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BASSO JONIO COSENTINO, CALABRIA DELL'EST, SILA GRECA,


Mirto Crosia.


INFORMAZIONI UTILI

Municipio: Via Madonna della Pietà, tel. 0983-41083 Comando VV.UU.: Mirto, tel. 0983-42027 Carabinieri: Caserma Mirto, tel. 0983-42122 Ambulatorio e Guardia medica: Via Nazionale Mirto, tel. 0983-42552 Banche: Cassa di Risparmio di Calabria e di Lucania, Agenzia Via Nazionale, tel. 0983-42097 Servizi per il turismo: "Da Filippo", Via Nazionale, (1 stella 21/41 posti letto), tel. 0983-42024; "Romano", Via Risorgimento, (1 stella 13/23 posti letto), tel. 0983-42013; "Da Romano" tel. 0983-42024 Guardia Medica e poliambulatorio: tel. 0983-480199 Farmacie: Dr. Parisi, Piazza Dante 107, Mirto, tel. 0983-42269; Dr Minisci, Via Castello Crosia, tel. 0983-42608. Ristoranti: "Lo Scoglio", Lido Centofontane, apertura estiva; "Centofontane", Viale Kennedy, tel. 0983-42557; "Collina Verde", C.da Fiumarella, tel. 0983-44075; "Santa Tecla", C.da Fiumarella, apertura stagionale e per occasioni; "Il Veliero", Via Risorgimento. Ospedale: Cariati o Rossano Agriturismo: Az. "4 Stagioni" di Antonio Tedesco, C.da Pantano, tel. 0983-565015

CENNI STORICI

Comune definitivamente auto­nomo nel 1938, Crosia fu fon­dato, secondo la tradizione, dai compagni di Enea nel 1315 a.C. lungo la parete est della collina di Santo Pietro. Rag­giunse il massimo splendore (a giudicare dai reperti) tra il X e l'VIII secolo a.C. Annessa al territorio di Cro­tone, divenne centro di fron­tiera, assumendo grande im­portanza strategica per il porto ubicato nell'Hilyas, accoglien­do probabilmente i superstiti Sibariti dopo la disfatta subita dai Crotoniati. Distrutto dallo spaventoso terremoto del 379 d.C., fu riedificato sulla parte alta della collina. Il Trionto, che lambisce la collina, fu teatro di due battaglie memorabili quan­to cruente: nel 510 a.C. tra Sibariti e Crotoniati, in località Strange, e tra Goti e Bizantini, in località Caliò. Poco chiara e frammentaria è la successione feudale. Di cer­to nel sec. XIV risulta intestata ai Ruffo, ultimo dei quali fu Niccolò, ciambellano di corte di re Ladislao, morto senza figli. Il feudo, che per diritto di successione spettava al mar­chese di Crotone come pa­rente più prossimo, a causa della resistenza di questi alla corte di Napoli, nel 1417 venne aggregato dalla regina Giovan­na al principato di Rossano e concesso alla principessa Po­lissena Riffo. A lei seguirono la sorella Covella ed il figlio di questa Marino Marzano. In se­guito alla congiura dei Baroni, di cui il Marzano fu "magna pars" contro la corona, il prin­cipato, e quindi anche Crosia, passarono al demanio regio. Nello scorcio del sec. XV, pro­babilmente, per breve tempo (1471-72) il feudo fu assegnato a Tommaso Guindazzo, signo­re anche di Pietrapaola e Cro­palati. Nel 1503 Crosia venne acqui­stato insieme a Caloveto e Cropalati da Ferdinando D'Ara­gona, la cui famiglia lo man­tenne fino al 1593. In tale anno Maria d'Aragona lo cedette per 20.650 ducati a Giovan Michele Mandatoriccio di Rossano. Il figlio di questi, Teodoro, ottenne nel 1625 da Filippo IV di Napoli il titolo di duca di Crosia, che aveva giu­risdizione solo "intra parietes et in homines" del paese, mentre il territorio, essendo "in tenimentum" di Rossano, era sotto la giurisdizione feudale di quel principe. Nel 1596 Michele Mandato­riccio acquistò da Laudomia Grisara anche il fondo Mirto, che insieme alla Mastrodattia di Caloveto fruttava 800 ducati all'anno. Due anni dopo in­grandì il feudo con l'acquisto da Vespasiano Spinelli della baronia di Calopezzati per 25.500 ducati. Al duca Michele sembra do­vuto il cambio di titolo dell'ar­cipretura, da lui dedicata a S. Michele Arcangelo, mentre, certamente fino al 1596, lo era a S. Angelo. Morto Francesco Mandatoriccio senza figli (1676), il feudo passò alla sorella Vittoria e per essa al marito Giuseppe Sambiase, dopo una lunga vertenza giu­diziaria con i Toscano di Ros­sano, parenti del Mandato­riccio, che si concluse con una transazione per cui il Sambiase ottenne il ricono­scimento del diritto di suc­cessione previo pagamento ai Toscano di 16.000 ducati, sostituiti con la cessione del fondo Arso in territorio Manda­toriccio.

ORIGINE DEL NOME

Crosia dal greco bizantino ta crusia o "chrusèa" (zona d'oro, luogo d'oro), con riferimento alle miniere d'argento ed oro della zona; oppure da Creusa moglie di Enea. Marafioti nel 1601 lo chiama Crisia. In realtà già prima è noto come Crosia. In un tassario del 1325, per esempio, è citato tra i casali di Rossano e vi figura un certo Basilio "Cappellanus Crusi" che deve pagare tari 3 e grani 5. Mirto invece viene dal greco murtos (mirto); probabilmente un casale antico di Rossano.

RISORSE STORICO ARTISTICHE

Il Centro Storico di Crosia, con le sue caratteristiche viuzze e i palazzi antichi, offre ancora oggi molte note di inte­resse. Nel territorio comunale è leggibile un complesso siste­ma difensivo che si basava sull'antico Castello, di cui re­stano solo pochi avanzi, e su cinque torri di avvistamento e di rimando. Validi motivi di richiamo turistico promanano anche dall'architettura del Ca­stello feudale di Mirto, degli inizi del '600, che dall'alto suo poggio domina il mare e la pia­na disseminata di ulivi. Si tratta di una poderosa masse­ria fortificata, dotata di sugge­stiva corte e di un monumen­tale scalone d'accesso in pietra lavorata. Interessante anche l'antica Cappella, an­nessa al Castello di Mirto, per la quale il Duca Michele Man­datoriccio ottenne nel 1635 uno speciale indulto papale. Ricca si presenta la storia ar­chitettonica religiosa del paese che, ai primi del 600, a parte l'arcipretale Chiesa Matrice, dedicata a S. Michele Arcan­gelo (forse del sec. XI), era dotata delle chiese della Visi­tazione, S. Antonio Abate, S. Maria della Pietà e la già citata Cappella del Castello. Nessu­na traccia resta invece del Convento dei Domenicani, soppresso nel 1652 per man­canza di mezzi di sussisten­za, come pure scomparse so­no le Confraternite del Rosario e del Sacramento, un tempo aggregate alla Matrice. Ancora di notevole interesse sono: la Chiesa della Madonna della Pietà ("Mater Dolorosa", inizi '500); la Torre di Santa Tecla in contrada Fiumarella (co­struita nel secolo XV con funzione di avvistamento e di difesa dagli attacchi turche­schi); la Torre del Giglio (metà sec.XV); il Casino della Vota, antica fattoria; la Chie­sa del Divino Cuore di Gesù a Mirto, con i suoi artistici mo­saici.

PRODOTTI TIPICI

Prodotti tipici alimentari Olio ed olive; "sardella" e "sarde salate"; "soppressate", salsicce, capocollo; "macche­roni a ferretti", "tagliolini e ce­ci", "cavatelli al sugo", "grano grattato", "simula e circhili 'e lardu"; "peperoni del filaro"; "crustoli" con miele d'api o mo­sto cotto, "turdiddi" con mosto cotto, "fritti a vento"; agrumi. Prodotti tipici artigianali Ricami. Tessitura. Lavorazione argilla.



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