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BASSO JONIO COSENTINO, CALABRIA DELL'EST, SILA GRECA,


Pietrapaola.


INFORMAZIONI UTILI

Municipio: Via Roma, tel. 0983-994013 Comando VV.UU.: c/o Municipio Carabinieri: Mandatoriccio Servizi per il turismo: Hotel “La Siesta Marina”, tel. 0983-90294; Hotel “Costa Azzurra”, tel. 0983-90006; Hotel “Chez Mario”, tel. 0983-90053; Hotel Villaggio “Il Carlino”, tel. 0983-90032; Hotel Villaggio “Irene”, tel. 0983-90064 Ambulatorio medico: Via S. Francesco, tel. 0983-94409 Guardia medica notturna e festiva: Via Risorgimento tel. 0983-25609 / 25621 Farmacie: Dr. Scorpiniti - Via Corigliano, c.da Camigliano tel. 0983-994091 Sportello Farmaceutico: Via De Mundo, Corigliano Ospedale: Rossano o Cariati

CENNI STORICI

La mancanza di uno studio specifico intorno ai resti del castello di Pietrapaola lascia un gran vuoto sulle origini del Castrum, che, per la partico­lare posizione geografica, do­veva ricoprire un ruolo di certo considerevole nella difesa del territorio circostante. Nessuna notizia pervenutaci del periodo Normanno-Svevo; dal 1269, anno della signoria del francese Elia di Ganz, il contado sembra popolarsi gra­datamente, forse soprattutto per le attività silvo-pastoriali che potevano espletarsi nelle grandi «Difese» demaniali di querce e castagni, ove era possibile allevare pregiate mandrie di cavalli e di buoi da lavoro, necessari all’industria agraria del tempo. Da alcune note di pagamenti fiscali alla Regia Corte, Pietra­paola appare fin dal 1300 co­me un centro abitato di note­vole interesse economico: sembra, infatti, che la partico­larità del territorio consentisse il commercio di alcuni settori artigianali di primaria impor­tanza, quali le manifatture di panni di lana, di doghe per botti e di basti per muli ed asini. In ordine cronologico i feudatari di Pietrapaola furono i Britti (1413), Diego Cavaniglia (1480), Ferrante d’Aragona, Ruffo di Licodia, Mandato­riccio di Rossano e Sambiase di Cosenza, ultimi intestatari. Il palazzo baronale posto in località «Rio» aveva sostituito l’antichissimo castello, distrut­to probabilmente nell’incur­sione turca di Bechin Bassà del 1644, come attesta un'e­pigrafe posta a lato della Chie­sa Parrocchiale. Tra gli effetti feudali che il ba­rone possedeva sul territorio di Pietrapaola figuravano la Bagli­va, la Dogana, la Catapania, la Castellania che solitamente si fittavano per Ducati 110; la Zecca e Portolania, che si appaltavano all’Università (o­dierno Comune) per Ducati 3; la Fida dei Capitoli, su paglia minuta, pagata dall’Università per poter i cittadini buttare le immondizie per le strade sen­za incorrere in alcuna pena a favore della Principal Corte. Godeva ancora la Camera ba­ronale della Mastroddatia civile e criminale delle prime e se­conde cause, comprendente la mastroddatia della Bagliva. Il fitto dei molini per la macina­tura delle granaglie era, se­condo la consuetudine, riscos­so in grano rivellato o anche in grano di molitura; con egual genere di vettovaglie il feuda­tario concedeva le conche per lavorare la seta e l’uso della «varchiera». Della razza «Sambiase» erano famosi durante il ‘700 i muli ed i cavalli allevati, appunto, in territorio di Pietrapaola nelle «Difese» di Senno, di Malal­bergo, di Orgia, di S. Elia; gli uni e gli altri furono distrutti dal brigantaggio del decennio fran­cese. Degne di studio sono le nume­rosissime escavazioni che ri­coprono il territorio, in parti­colar modo quelle attorno al castello, ove si tramanda es­sere un passaggio per ac­cedere all’interno di una grotta, dalla quale - e soltanto da que­sta - era possibile, nei tempi della piena attività del Ca­strum, metter piede sulla sommità della cittadella. In tutte le fasi del brigantaggio meridionale, dal 1799 al 1865, Pietrapaola partecipò, da una parte e dall’altra; la fermezza e l’incomprensione delle autorità militari francesi furono certa­mente la causa determinante di tale fenomeno, soprattutto se si considera il male pro­dotto dall’abolizione dei tri­bunali locali che espletavano «paternamente» le questioni di furti, litigi e danni di vario genere.

ORIGINE DEL NOME

Di probabile origine brezia, Pietrapaola sorge ai piedi di un imponente masso (oggi chia­mato “ Timpa del Castello”) dal quale prende anticamente no­me il paese: “Petraia”, ovvero il luogo della rupe. È documen­tato nel 1325 con il nome di Castrum Petrapaule.

RISORSE STORICO ARTISTICHE

Ad oggi, attraversando il centro antico del paese, sovrastato da due scoscesi rupi - quella del Salvatore e la Timpa del Castello - si scoprono elementi del tessuto urbano afferenti a diverse epoche storiche. De­gne di studio sono le nume­rosissime escavazioni che co­prono il territorio, in particolar modo quelle attorno al fortilizio baronale (di cui restano solo poche e misere vestigia, per altro poco appariscenti), ove forse era un passaggio interno ad una grotta - la cosiddetta Grotta del Principe - per ac­cedere al sommo della citta­della. Partendo dalla piazza del Rìo, che si ritiene la più re­cente tra le piazze del paese, e addentrandosi nel borgo si possono osservare, nell’ordine: I’Arco del Colonnello (una delle principali Porte d’ingresso al centro abitato); la Chiesa Ma­dre di S. Maria delle Grazie, con le sue epigrafi, poste a ri­cordo delle incursioni more­sche, l’Arco del Cimitero, il rosone ed una caratteristica finestrella tardo-bizantina, resti certamente dell’antica chiesa medievale che venne devastata più volte dagli incendi dei cor­sari. Grande importanza assume anche la Chiesetta detta di S. Biagio, ricostruita nel 1602 sui resti dell’antica chiesa medie­vale, all’interno della quale esi­steva un’importante icona di S. Biagio; alle pareti vi erano di­pinti degli angeli in atto di suo­nare i violini. Di tutto ciò, pur­troppo, non è rimasto niente. Infine, ma non ultimi, sono da citare i resti archeologici della poderosa cinta muraria, di ori­gine brezia, che difendeva l’ac­cesso dal mare; l’Altopiano delle Muraglie di Annibale nè è un tipico esempio.

PRODOTTI TIPICI

Prodotti tipici alimentari Formaggi; olio ed olive; vino; funghi (porcini sott’olio), sar­della; salumi tipici; conserve, dolciumi tipici; fichi secchi; melanzane e peperoncini sot­t’olio. Prodotti tipici artigianali Lavorazione del legno, del vi­mini e ferro battuto.



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