Autobiografia di Carmine Bartolo Catalano

Carmine Bartolo Catalano fu il primo Bocchiglierese ad emigrare in Canada fu lui che apri la stada ai nostri numerosissimi paesani che in seguito si stabilirono in quella Nazione la sua vita "avventurosa" e' raccontata in un libro in lingua inglese che il nostro compaesano Luigi Perri residente anche lui a Trail ha tradotto e mi ha gentilmente spedito

E' l'anno 1950 e Mr. Catalano Sr. celebra il suo ottantesimo a Nelson.B.C. dove ha costruito una casa a pietra e calce come quelle di Bocchigliero'unica in Canada.
'Luigi Perri'


Questa foto e' della famiglia Giuseppe Lerose
maritato a Filomena Catalano,una delle quattro sorelle dell'autore del libro.
E' l'anno 1965 in occasione del cinquantesimo del Giuseppe,Bruno,e Leonardo Lerose emigrarono giovanissimi.Bruno fu il primo Italiano in Canada eletto Sindaco della citta di Trail.
Negli anni del cinquanta furono i garanti per le famiglie dei parenti per emigrare in Canada:Gli Abenanti,Capalbo,Santoro,Marino,Mazzei,Caligiuri,
Perri,Murano,Risolei ed altri.
Luigi Perri (Trail Canada)

Capitolo secondo

La mia Fascinante giovinezza in West Virginia USA


Dopo l’Autunno e l’Inverno del 1908,la mia vita di giovane piena e senza cure era per finire.. Nella Primavera del seguente anno, Papa aveva deciso di andare in America e voleva che io andassi con lui. Quando sentii questa decisione io ero estatico.A penzare che fre brevi mesi ,noi saremmo in viaggio per la famosa e favolosa America:Gli Stati Uniti!dove gente si arricchisce in un giorno,cosi ci dicevano!Me ne sognai una notte;Sognai che qualcuno mi dava una vanga,un tipo che io non avevo visto prima,torno ad essere esattamente il tipo che poi usai qui per molti e sudati anni a caricare carbone. .Sognai che un uomo mi consegno questa vanga ,mi porto per mano ad un gran mucchio di moneta,non moneta di metallo ma di carta e mi disse: eccola qui aiutati da solo!Imparai ben presto che non c’era via facile per far fortuna almenonon per noiQuando arrivo l’ora della partenza,sembrava che tutto il paese era apparso a dirci addio;tutti piangevano,io incluso.,realizzando che era possible di non rivederci mai piu.Che terribile idea!Il fatto era che una manata di paesani erano partiti per l”America e solo uno or due avevano fatto ritorno.Puoi immaginare l’emozioni dei parenti e gli amici in quell punto?Io non ero mai stato baciato da cosi grande il numero di donne ragazze e ragazzi,comunque ci strappammo da tutti e finalmente cominciammo il viaggio.Papa aveva prenotato due mukettieri per portarci alla stazione ferroviaria di Pietrapaola dove eravamo stati tante volte insieme e anche una volta da me solo.Il treno per il porto di Napoli doveva arrivare intorno a mezzogiorno;I nostri amici mulettieri rimasero a farci compagnia fino al diparto e una volta arrivato il treno ancora abbracci e pianti di licenziamento. Ne io or papa eravamo entrati in un treno prima d’allora,era affollato e ci accodammo alla meglio I sedili consistevano di banchi di legno e io finii per essere seduto all’indietro il che mi dava fastidio e dopo una ora mi sentivo nauseato e cominciai ad impallidire.Ero seduto vicino al finestrino e con la coda dell’occhio vedevo lunghe file di olive e fichi d’india e migliai di pali di luce sfilare vertgginosi passato me da farmi sentire ubriaco.Un uomo seduto dirimbetto a me noto la mia situazione e presomi per il braccio mi disse:tu sei malato e meglio che ti siedi qui,io cambiero con te.Cambiato posto il signore mi dice :chidi gli occhi e riposati e tutto andra benequando riapri gli occhi non guardare il finestrino ma guarda lontano all’orizzonte e non ti sentirai piu male.. A questo punto,vorrei sviare dal soggetto un po per spiegarvi I fichi d’india che ho menzionato poco fa.Questo tipo non e’ veramente un cespuglio ne un albero ma una accumulazione di foglie polpose a forma di scarpe di neve.Le foglie crescono una sull’altra in tutte le direzioni finche formano una formidabile siepe otto or dieci piedi larga e quindici piedi alta a maturazione.Le foglie sono coperte interamente da spine lunghissime.Questa forma una siepe lungo la ferrovia in tutt’e due I lati e impedisce gli animali di praticare I binarii e rimanere uccisi dai treni .Credo che questa pianta e’ semi tropicale,ma in oltre a fare siepe per I treni produce anche un bel frutto delizioso.Gli italiani chiamano questi frutti :fichi d’India.Forse originano dall’India,io non so.Il frutto matura a mezzo Agosto,ha un giallo dorato e misura come una pera con una corticcia spinosissima,le spine in questo caso sono fine e aggruppate a punti,bisogna maneggiare questa frutta con grandissima attenzione. Molti raccolgono I frutti per il loro comodo or per vendita ma la maggior parte va a male poiche e’ cosi difficoltoso il raccoglirli.In Canada ho mangiato questo frutto solo una volta. Il viaggio per Napoli,uno dei piu grandi porti d’Italia,duro tuuto il primo pomeriggio,tutta la notte e parte del giorno seguente poiche dovemmo cambiare treno parecchie volte a stazioni di diversione. Arrivati ci siamo registrati all’Hotel ed io cominciai le mie esplorazioni di sconosciute parti ancora una volta. Non c’era ascensore nell’Hotel e dovemmo ascendere tre or Quattro piani di scale. Acqua corrente nelle stanze or gabinetti erano sconosciuti in quei tempi ma c’era un lavatoio nel sottoterra chiamato”Latrina.Nella stanza c’era un bacinetto,una cannata di acqua e un sotto letto in caso di emergenza.Ci considerammo fortunate di avere una stanza per dormire invece di un alloggio alla stalla come eravamo usati in viaggi prima. Una volta accomodati in camera ci lavammo,cambiati I vestiti ci preparammo ad uscire.A questo punto ero molto affamato e passai l’idea a papa,Si disse lui,andremo all”Osteria immediatamente.Scendendo le scale c’erano grandi specchi ad ogni piattaforma,non l’avevamo notato all’andare in su ma ora notai che come mi avvicinavo allo specchio diventavo molto alto e snello e allontanandomi diventavo corto e grasso;lo notai a papa che mi spiego come il proprietario faceva giuoco dei semplicioni come noi che frequentavano l’Hotel.. Cercando di capire come avevano ideato gli specchi ,camminammo fino alla piazza centrale:Piazza Garibaldi. Nominata in onore dell’eroe nazionale che aveva unificato l’Italia come era costituita in quell tempo;io ne avevo letto di lui.La sua statua era nel mezzo della piazza.Li uno poteva comprare qualsiasi cosa,noi guardammo in giro un po e presto entrammo nell’Osteria.Napoli ha una reputazione mondiale per la sua musica,canzoni e atmosfera romantica.Ogni angolo della piazza aveva gruppi di suonatori di armoniche,mandolini e chitarre e cantanti Di canzoni in napoletano.Alcuni gruppi entrano nei ristoranti e nelle cantine suonano e cantano un po di canzoni e poi passano il cappello,generalmente usano una giovanetta con capelli ondulati, gote rosate un bel sorriso da far squagliare I cuori piu induriti .Alla fine lei ritornava con una bella soma nel cappello;in quei tempi tanti ci facevano una bella vita in quel modo. Dopo mangiato usciamo fuori a vedere I dintorni;prima di tutto dovevamo andare all’ufficio di Immigrazione Per il visa sul passaporto’poi all’ufficio della Vaporiera per la certifica dei nostri biglietti di passaggio che succedeva fra due giorni.Arrivati all’ufficio lo trovammo chiuso con istrzzioni affissate alla porta di ritornare il giorno seguente alle ore nove .Avevamo ancora poche ore di giorno cosi decidemmo di esplorare un po della citta. Mio padre chiese direzione per la Galleria Umberto Primo(che era il museo in onore del Re umberto,il primo Re della nuova Italia)In poco tempo eravamo difronte al museo che era nella piazza.dello stesso nome.Al centro della piazza c’era una statua del Re su un maestoso cavallo.Molto imponente!Entrati,esplorammo il museo.C’erano le meraviglie del mondo.Arte di ogni genere ,pitture pregiatissime in olio,dei piu rinomati artisti Italiani,sculture in stile Greco e romano.La galleria era tutta in marmo ma in architettura moderna,una cosa meravigliosa!La costruzione era un grande palazzo e se non guardavi dove andavi venivi a finire da una piazza all’altra alla fine del palazzo. Anni dopo sentii una storia di un Americano che visitava il museo:Era in visita in Italia e voleva vedere,Napoli,Sorrento e La galleria Umberto Primo.Arrivato a Napoli la prima cosa da fare era la visita al museo ,cosi che ingaggiata una guida(e’l’unico modo di godere un museo) che parlava inglese esclamo:Che bel pezzo di architettura e questa galleria!Dovrebbe essere magnifica dato che la costruzione duro novanta anni,rispose la guida.Novanta anni,riprese l’americano,noi in America costruiamo un grattacielo in meno di due.Al che la guida rispose:certo,certo signore. Ci volle piu di sei ore per visitare I piu interessanti punti della galleria e nel frattembo avevano trascorso all’altra parte dell’edificio e ancora il turista parlava eccitatamente delle meravigliose cose viste e apprezzando con gratitudine le spiegazioni della guida,calata la mano in tasca ne cavo un generoso dono monetario per la guida.Pensando di uscire dalla stessa porta da cui era entrato credeva trovarsi in piazza ReUmberto.Attraverso la piazza vide un bellissimo edificio in marmo,meraviglioso,notando che non lo aveva visto prima,si rivolse alla guida che era ancora con lui e disse:Scusa signore ma spiegami una cosa,vedi quel magnifico edificio? Come mai lo abbiamo omesso quando siamo entrati?”Io non ricordo vederlo affatto!”La guida,un napoletano di prima qualita rispose.Lei e’ corretto signore,non lo abbiamo visto perche questa meraviglia fu costruita durante la nostra visita alla Galleria.” L’edificio in questione era infatti il palazzo Reale dove la famiglia Savoia passava le ferie . Quando lo vedemmo noi era tutto chiuso ma c’erano ancora un po di guardie intorno. opo ore di giro nel museo,io ero stanco e cosi era papa ma lui non si lamentava.Io gli dissi che si dovrebbe ritornare all’hotel perche ero stanco e avevo fame di nuovo.Di ritorno,ci fermammo un’altra Osteria e mangiammo una buona cena.Passeggiammo un po dopo cena e finalmente ci ritirammo.Dopo un bella nottata di riposo ci alzammo freschi e anziosi di fare nuove scoperte.Papa doveva tornare all’ufficio di Immigrazione e anticipando un lungo aspettare decise di lasciarmi indietro nell’hotel fino al suo ritorno.”Ti annoierai aspettando,e’ meglio che rimani qui.mi disse;daccordo dico io;Tu puoi andare in piazza,se vuoi,guarda I carretti che passano ma non allontanarti da qui,guarda bene prima di attraversare la strada ,non finire sotto un carretto,non perdere vista dell’hotel,io ti voglio trovare qui al mio ritorno.”Io lo rassicuro che saro qui e lui datomi un paio di centesimi per spendere in piazza si avvia.Io scendo in piazza e sento musica proveniente dall’altra parte della piazza.Avvicinatomi vedo un uomo che suona il violino;La sua musica non e a mio genio e mi diriggo verso un gruppo che si affolla in un punto e ci sono grida di:”Avvicinatevi,avvicinatevi!Qualcosa di speciale ,penso io, e mi infilo tra la folla e finisco in prima fila,qui c’e’ una donna,vestita di nero e seduta su una sedia con gli occhi abbagliati da un fazzoletto e un uomo con un vestito a code di rondine e un cappello a tubo che le gridava domande.Apparentemente la donna era sotto hypnosis e rispondeva a domande fattele dalla folla.A prima vista rimasi infatuato ma poi ricoredai aver sentito storie sul soggetto come questi improglioni catturavano l’attenzione di semplicioni e poi gli pulivano le tasche,li battevano ew li lasciavano mezzi morti nei sottovie.Ma a me non mi gradiva questa esibizione cosi che me ne allontanai per osservare I carretti motorizzati e ammirarne la costruzzione e il modo di moto.Accostatomi a circa 50 piedi del binario notai una cosa misteriosa,qui I carretti muovenano di continuo ma non avevano motori or cavalli a tirarli ma camminavano come spinti dal vento;io ero ad una traversa dove I passeggieri scendevano e salivano or cambiavano binario. Avvicinatomi notai la costruzione dei sedili che somigliava quelli del treno e il resto del carretto era aperto con pedale di lenguo lungo I fianchi cosi che I passaggieri potevano entrare e uscire da ambe parti quando erano fermi ma Anche quando andavano piano;alcuni erano accoppiati in due or tre.Subito notai due or tre ragazzi della mia eta che si preparavano ad entrare su un carretto il che fecero ma invece di sedersi continuarono a salire e scendere da diversi carretti come si avviucinavano e lasciavano l’incrocio.Continuarono questo giuoco per parecchi tempo>Credo che questo era il loro miglior passa tempo nella grande citta. La giornata era ancora giovane e il traffico sul binario era quieto;l’ardore di sperimentare con I giovanotti era insofferibile;sembrava che nessuno ne facesse attenzione,cxosi che attaccato I calzoni per cosi dire,presi coraggio e saltai sulla pedala e prima che pigliasse velocita’ saltai sul marciapiede. Non c’e granche pensai! I ragazzi che mi avevano notato ora si avvicinavano verso di me e uno che sembrava piu Amichevole mi chiese il nomeTra una corsa e l’altra sui carretti,diventammo amici.uno era appena arrivato in citta per visitare un parente ammalato in hospedale in compagnia della mamma; I giovani non erano permessi visite in hospedale cosi passava il tempo con gli altri giocando coi vagoni.proprio come meDopo un bel tempo passato ad entrare e scendere decidemmo di sederci e andare per una lunga corsa,nessuno sapeva dove ma nessuno ne aveva cura. I vagoni aperti erano piacevoli con,perfetta vista dello scenario e comodi.Naturalmente la promessa fatta a papa di non allontanarmi dall’Albergo fu completamente dimenticata.Il mio nuovo amico conosceva un po la citta e quando arrivammo alla fine del nostro itinerario scesi dal trenino ,eravamo in una piazza di mercato,e essendo mezzoggiorno e affamati ci saziammo con una bella pizza calda calda dal forno. Napoli ha inventato le piazze e le sa fare!Comprata della frutta ci godemmo la scena. Intanto mio padre era tornato all’hotel,e non avendomi trovato liu comincio subito la ricerca nel mercato ma essendo Piazza Garibaldi vastissima era com cercare un ago in un mugnaio.Dopo vana ricerca per un tempo ,totalmente esasperato ritorno alla stanza in caso io ero tornato.ma non era il caso.Il fatto che si doveva imbarcare il giorno seguente aumento lo sgomento per il povero uomo che concluse che io ero smarrito ed era al punto di impazzire.A questo punto imformo il proprietario dell’hotel dewl suo problema e questo comunico con I carabinieri,ma quyesti erano inutile;non avevano nessuna idea dove io potessi essere.Comunque presero descrizione di me e sparsero la voce;uno dei carabinieri cercava di riassicurare mio padre che prima or poi io sarei ritornato:quando avra fame ritornera”.Sentii uno dei campanili indicare le ore tre P.M.Questo mi ricordo la promessa fatta a papa e i ndicai al mio amico che io dovevo tornare all’hotel.Lui acconsenti subito perche anche lui aveva dimenticato il suo appuntamento con il suo padre e madre.Senza perder tempo salimmo sul primo trenino e ritornammo al punto di partenza.Al nostro arrivo alla piazza due carabinieri ci accostarono e domandarono chi dei due era chiamato Catalano;io benche pauroso risposi di essere costui.Perche? domandai;Vieni con noi disse uno dei due; ora ero davvero terrificato.Non allarmarti mi dice poi,noi non ti faremo male,lo sai che tuo padre e al punto di disperazione in cerca di te?Ma io non sono smarrito,aggiuungo io;”dillo a tuo padre dice il carabiniere.Ti accompagneremo fino all’hotel!”Da questo punto potevo vedere l’hotel e non volendoi apparire che ero in arresto lo espressi ai carabinieri che da buoni napoletani mi lasciaro camminare avanti e loro seguirono a parecchi passi indietro.Papa era davanti all’hotel ed io sapevo quell che mi aspettava.Papa era in processo di darmi una bella lezione quando I carabinieri raggiunsero e papa con un sorriso domando dove mi avevano trovato” lo abbiamo scoperto all’uscita dai treni infondo alla piazza”Papa li ringrazia caldamentee loro salutato papa come ad un supewriore se ne andarono. Mi aspettavo una ben meritata bastonata da papa a questo punto,ma lui fu tanto buono verso di me e ebbi solo una lunga lezione verbale.”Non capisci che dobbiamo partire domain e se non ti trovavamo avremmo perso il viaggio poiche la nave parte con noi or senza noi;Io rimasi in silenzio;Ora,continuo lui,hai avuto da mangiare qualcosa?che cosa? Dove?” La collera ora calmava e presi il coraggio di raccontargli la storia del mio pellegrinaggio,gli amici e come I carabinieri mi avevano trovato.”Comprendi ora ,mi dice lui,quanti problemi e pene mi hai causato?Quando non ti trovai dovetti avvertire la polizia!Non fare cosa simile mai piu!”Io promessi e quella fu l’ultima scappatella.: Dopo la lettura,le promesse e I perdoni era ora tempo di mangiare e andammo fuori.Malgrado la paura passata,mangiammo con gran godo e ritornammo all’hotel.Andiamo a letto presto stasera e domain ci alzeremo presto per fare delle compre prima di imbarcare,e presentarci al porto di buon ora.Il giorno seguente si fece esattamente come era il progetto ed eravamo in file per abordare la nave nel pomeriggioAspettammo per ore in linea ed ebbi tempo di osservare il nome della nave:”La Veloce” Non ricordo la data di partenza or di arrivo a New York,ma quello era il primo viaggio per la Veloce ed era decorata come un albero di natale.Prima di tutto dovemmo affrettarci a scendere sotto il ponte centrale per assicurarci un buon lettino,ma quando finalmente arrivammo noi tutti I posti migliori erano gia occupati.In quei giorni tutte le accomodazioni in terza classe erano locati nei corridoi e nei sottoponti,la scelta non era molto diversa.Trovati I nostri letti,lasciammo le valigie sui letti e andammo alla piattaforma centrale.Io ora pensavo che con una nave cosi grande sarebbe stato molto facile fare il passaggio,curiosamente la nave ed il pensiero del viaggio non ebbero grande impressione per me atteggiavo come se ne avessi fatti molti altri prima di ora. Dalla piattaforma piu alta ora potevamo osservare il monte Vesuvio,bellissimo in questo chiaro giorno col fumo sorgente dal suo pennacchio;Papa cercava di indicarmi la Citta di Pompei,sepolta dale ceneri del vesuvio centinaia di anni faMio padre cercava di spiegarmi la storia di Pompei ma io gia ne sapevo dato che era stata descritta a lungo dai geologisti dopo l’eruzione del 1905 che io ricordo bene perche anche al nostro paese c’erano stati I tremori che io ricordo vividamente poche durarono per parecchi giorni. In paese la maggioranza ,noi inclusi, fummo ordinati di stare fuori casa e fummo accampati in un orto per piu di tre settimane.Le nostre case erano costruite a pietra e calce percio erano a piu rischio di danno dai tremoriMolte case in paese furono distrutte da quella eruzione,benche fossimo piu di 500 miglia lontani dal Vesuvio .Non c’erano capanne in quei tempi nemmeno, e uomini e donne dovettero accomodare I bambini,meno male che il tempo era bello,ma a notte era ancora freddo;per noi bambini era come una vacanza,ma non era godimento per gli adulti perche tutte le necessita dovevano essere trasportate dal paese.Durante quella eruzione a Napoli,I tremori a Reggio e Messina,centomila persone perirono e altrettanti furono feriti.Ora pero,dalla nostra nave,il Vesuvio appariva calmo e pacifico.Lo sfacelo del 1905 ora era Storia,ma non era molto tempo fa,la gente ancora scopava cenere. Mentre eravamo alla balconata,, un nuovo spettacolo era in progresso intorno alla nave una dozzina or piu di ragazzi si tuffavano nell’acqua da piccole barchette.Momentariamente non sapevo che pensarne,poi ne scoprii il motivo;la gente sulla nave buttava moneta nell’acqua e I ragazzi si tuffavano a raccoglierli e quando venivano su mostravano la moneta tra I denti.Incredibile che potessero raccogliere I soldi prima che si affondassero,notai poi che I soldini non affondavano direttamente ma girolavano nell’acqua andando giu lentamente come foglie quando cadono dagli alberi,non meraviglia che I birbanti li potevano raccogliero con facilita’.Questo tuffarsi in acqua era di meraviglia perche al nostro paese non c’era acqua abbastanza da fare un laghetto grande per nuotare tanto meno per tuffarsi.Durante l’estate quando l’acqua era calda abbastanza,I fiumi si disseccavano al punto che c’erano pochi stagnetti per guadarci e rinfrescarsi. Allo stesso tempo dei ragazzi una flottiglia di barchette ornate in molticolori e cariche di merce facevano grande commercio con I passaggieri.Tiravano su una fune sulla balconata e chiedevano di attaccarla alla inferriatapoi mettevano in mostra la loro merce e se qualcuno ne voleva comprare,negoziato il prezzo mandavano su lungo la fune un cesto con la merce dentro e poi veniva indietro con la moneta.I napoletani sono maestri venditori ,sanno tutti gli incanti del mestiere.Continuarono a vendere e comprare fino a che scese la notte ed era troppo buio e pericoloso.Il vapore doveva salpare a mezzanotte,ma io non lo notai finche la mattina dopo salito sulla balconata realizzai che eravamo immezzo al mare.;non si vedeva altro che acqua.Il mare era calmo e rimase cosi per I prossimi tre giorni.Mi avevano detto che molti si ammalavano durante il viaggio ma dopo tre giorni io ero in ottimo stato e pensai che mi volevano burlare.; Non sapevo che ero per avere una grande sorpresa.Proprio il giorno seguente il mare si intorbidi e divenne minaccioso ed io ..caddi ammalato.Non toccai niente da mangiare per tre giorni non mi diceva e se provavo la nausea me lo faceva rigettare.,ogni tanto assaggiavo un goccio di acqua ma anche quella veniva su.Povere papa era scoraggiuato,cercava di portarmi cose ghiottose dal negozio ma invano tutto veniva su;promisi allora che non sarei mai piu entrato in una di queste navi e non avrei mai piu traversato il mare. Bisogna ORA CHE RIPORTI I MIEI LETTORI UN PO INDIETRO.Il secondo giorno del viaggio e prima che il mare si turbasse io ero per saggiare un’altra eminente esperienza:In viaggio per l’America la nostra nave fece sosta nella Spagna e Nel Portogallo;scaricando e caricando merci e viaggiatori;In Portogallo dato che non c’era porto accessibile,la nave dovette fermarsi a mare a mezzo miglio dalla spiaggia.Qui un battello venne ad incontrare la nave con a bordo passaggieri di partenza e ricarico passaggieri e bagagli di quelli di ritorno.Intanto una flottiglia di barchette circondo la nave offrendo in vendita uina grande varieta di arangi A grande ribasso.Tutte le barche stesero linee alla nave e per un paio di ore sembrava un gran mercato.I barcaioli erano trutti vestiti con costumi spagnoli,un vero spettacolo di colori.Noi comprammo un cestino di arangi per pochi centesimi e li conservammo per il momento gustando questo magnifico spettacolo che si svolgeva alla nostra vista.>La citta stessa appariva bellissima con I suoi tetti rossi e bassi e le bianchissime mure.>Le case coprivano l’intera montagna estesa per migliaia di kilometri; Il tutto dava l’impressione di ammirare un grande quadro di pittura.All’ora di partenza le barchette si allontanarono dalla nave che dopo due sonore avvertenze Alzate le ancore si mosse lentamente.Il battello con I passaggieri e I bagagli si allontano anche e tutti diventaro dei puntini ondeggiandi e finalmente spariro all,orizonte;mentre ancora risuonava in aria il grande clamore di buon viaggio che Sali dalla flottiglia mentre si allontanavano. Il mare si infurio il seguente giorno e tutto l’incanto della traversata fini con la grande nausea che mi attacco Fino all’arrivo a NY. Dopo nove giorni.Questo era il primo viaggio per la Veloce e fu veramente veloce perche ruppe tutti I primati per quella classe di tonnaggio e fu ricevuta con grande fanfara a NY da una grande e gioiosa folle.Il primato non era di importanza per me che mi sentivo totalmente avvilito e sfinito per la nausea e I vomiti.ma la vista di terra ferma mi incoraggio un po’.La nava accostava il porto lentamente e questo ci diede occasine di ammirare la veduta della citta e la grande statua della Liberta che ci passava proprio davanti. Ancoirati in porto e scesi speravo che potremmo atterrare subito ma fui presto disilluso poiche dovemmo abordare un altro piccolo battello,qui lo chiamano Ferry-boat che ci porto alla Battery.Questo luogo era vastissimo,una citta da se stessa dove uno facilmente poteva smarrirsi,in vita mia non avevo mai visto tanta gente in un posto,c’era gente dappertutto,le file erano un miglio lunghe. Dopo ore di attesa eravamo in turno per passare dogana ma io dovevo apparire molto male perche subito un agente mi ordino di andare a poassare una visita medica.Non lo capii allora che questo significava la possibilita di Quarantina.Qui erano molto severi riguardo le malattie che molti coglievano durante I viaggi di mare.Papa cerco di venire con me ma lo permisero fino a che non avevo finito la visita.Un giovane mi accosto e mi chiese di seguirlo in una grande stanza affollata di gente che sembrava malata come me;mi disse di sedermi ed apettare il mio turno e se ne ando;Io cercai di uscire e ritornare da mio padre ma tutte le porte erano chiuse cosi dovetti sedermi ed aspettare.Il dottore mi visito e mi parlo ma io non capii niente,ma mi trattennero nell’invermeria per due interi giorni.Mio padre nel frattempo andava matto non sapendo quello che facevano con me; finalmente fu informato che mi avrebbero rilasciato dopo avermi aiutato a ricuperare le mie forze per un paio di giorni e chiarito dall’Ispettore medico.Dopo due giorni mi portarono ad incontrare il povero papa che ancora aspettava e propruppe in grande singhiozzi nel vedermi e non lo avevo mai visto cosi felice di vedermi.Nel frattempo papa aveva prenotato una stanza all’hotel vicino alla stazione ferroviaria;Subito ci dirigemmo li via un altro ferry e fu qui che incontai un Negro per la prima volta.Ebbi paura ma papa mi riassicuro dicendo:”Non aver paura, sono persone proprio come io e te”.Non pensavo allora che avrei vissuto con loro in W.V.Arrivati ,e come un sogno farmi un bagno in una vera vasca da bagno con acqua calda.Dopo mangiato siamo usciti per visitare la grande citta.Passeggiammo tutto il resto del giorno osservando grattacieli dopo grattacieli il che rinnovava la mia nausea.Camminando per le strette vie di Manattan,la folla ewra cosi folta che era strepito camminare sui I marciapiedi,ma qui una altra sorpresa,Non credevo I miei occhi a vedere un cavallo che tirava un tranvai pieno di gente.Pensai, una citta cosi grande usa ancora I cavalli per tirare I tranvai mentre Napoli benche molto piu piccola aveva I tranvai elettrici. Un anno prima della nostra partenza,un caro amico chiese a mio padre perche voleva andare in America: Un uomo di grado,con un buon negozio e una grande casa non ha bisogno di partire,disse lui.Non sapeva che per combrare la grande casa noi dovemmo andare in debiti;gli affair andavano bene ma con una famiglia come la nostra c’era poca oppurtunita di mettere da parte moneta abbastanza per pagare il debito;Papa penso che emigrare per un paio di anni in America era l’unica soluzione,ma questi erano affair suoi,cosi rispondeva a queste domande col dire che lui aveva sembre sognato di visitare la famosa citta di NY.e la meraviglia mondiale del Brooklyn Bridge di cui aveva tanto sentito nominare.,dopo tutto questo era una meraviglia” Questo mi venne in mente mentre facevamo un po di spesa in un negozio e dissi a papa:”Hai sempre parlato del famoso Brooklyn Brdge,perche non andiamo a VEDERLO.”Con tutti I miei problemi alla dogana e la separazione il povero uomo aveva dimenticato tutto dei suoi sogni.”Ottima idea risponde e noleggiato un carretto siamo in corsa verso il famoso ponte.Ne valle la pena e la spesa,questo luogo era tutto quello che uno puo aspettare da una meraviglia mondiale!Sembrava impossibile che si potesse fare un ponte cosi lungo e alto che una sponda era su un mare e l,altra su un altro.Questo mi dioede soddisfazione e sentii orgoglio nel penzare che un giorno potessi vantarmi con I miei poveri amici in paese che io avevo visto il Brooklyn Bridge. Prime di andare a letto, allestammo le poche cose per la partenza alla meta finale:West Virginia USA.C’erano la molti paesani ad aspettarci;papa AVEVA MANDATO UN TELEGRAMMA PER AVVISARLI DEL NOSTRO ARRIVO.La destinazione era Anawalt W.V.Li arriviamo dopo tre giorni di treno e un numero di cambii e aspetti a stazioni lungo la via.L’unico paese che ricordo di sostare era Cincinnati Ohaio.Imformati dal hotelliere in NY.che q uesto era un buon punto per rifornimenti; al negozio demo ditagli del nostro viaggio al negoziante e lui ci aiuto alla combra da soddisfare il viaggio.L’attesa era lunga percio occhiato un ristorante vicino alla stazione decidemmo di tentarlo;C’erano alcuni clienti seduti ai tavoli cosi noi ci sedemmo al primo che era vuoto.Appena seduti un cameriere,un Negro,ci presento la carta. Mio padre gli dice,non capisco e lui presa la carta ce la lesse punto per punto, la sola cosa che capimmo fu la parola steak;si dimmo noi in unisono,steak. E lui sodisfatto spari.Riapparve con I servizi di tavolo:cucchiai,forchette,cortelle e tovaglioli e spari di nuovo.Dopo quell che apparve una eternita,papa disse:Be che dobbiamo fare,mangiare il tavolo?”Questo non era affatto come l’ultima Osteria a Napoli,dove appena seduti ecco il vino e il pane e questo solo per cominciare.Finalmente ci porta la steak in un piatto con legumi,patate e un panino.Non avevamo mai mangiato patate bollite senza alcun condimento;si avevamo mangiato patate senza condimento ma arrostite sotto la cenere quando eravamo in campagna,ma mai a casa dove erano sembre servite con un ricco e saporoso sugo.Mangiammo la steak ma non I legumi e le patate.Il cameriere ci porto il conto in un piattino di argento.Papa preso il conto va alla cassa per pagare.”Due dollari chiede il cassiere”Papa paga ma mi dice dopo che quella era stata una sorpresa;si aspettava un gran conto ma non cosi grosso;In quei tempi uno si aspettava di farsi una bella mangiata per 25soldi datro che la paga per una giornata di lavoro era 1.25.Pagare un dollaro per un pranzo! Esaggerato!Senza far menzione che in quei tempi qui uno che andava in cantina a fare una birra,in piu di un gran bicchiere di birra se era affamato poteva avere un piatto di zuppa e biscotti e il tutto per soli 5 soldi. Dopo mangiato il treno non si fece aspettare a lungo e finalmente ci porto aAnawalt dove I paesani ci aspettano sulla piattaforma e ci ricevono con gioiosi baci e abbracci e un po di lacrime per buona misura.Affettuosamente ci ricevano nelle loro case e ci fanno sentire come se fossimo indietro al nostro proprio nido nel nostro caro paese. Quella sera tutti I paesani si riunirono in una bewlla festa in nostro onore che duro fino alle piccole ore del mattino.Io non vidi molto poiche dopo una bella cena mi addormentai e dormii fino al mattino seguente. Il nuovo concerno per papa ora era il lavoro.I paesani lo assicuravano che loro avevano parlato gia con I capi squadra e lui poteva cominciare a lavorare al piu presto ma lo consigliarono di riposarsi per un paio di giorni prima di cominciare.Al terzo giorno papa ando a lavorare con I paesani.Ora avevo un problema. Niente da fare e nessun luogo da andare mi sentivo perso.La nostalgia mi sopravvenne e cominciai a pensare a mamma,le sorelle,gli amici e il paese lontano.Per fortuna tra I paesani c’era uno che noi conoscevamo molto bene perche aveva lavorato per noi un paio di volte durante la vendemmia:FRANCESCO PALETTA. Era emigrato un po di anni prima di noi ed era qui con il figlio:NICOLA che anche lui lavorava con I paesani. Nicola lo conoscevo bene perche eravamo stati nella stessa camera a scuola benche lui fosse piu avanti e piu anziano di me.A questo punto non lo avevo ancora incontrato pewrche loro abitavano in una baracca parecchio distante da noi ma lo incointrai il secondo giorno e fui contento di avere uno con cui parlare e giocare ma questo solo durante la Domenica e brevemente alcune sere poiche lui lavorava da acquaiolo con I paesani tutti I giorni. Dopo un po di temnpo mio padre e I paesani convincero il capo squadra che io potevo fare l’acquaiolo dato che benche piu giovane avevo la stessa corporatura di Nicola;fu cosi che io presi il lavoro di Nicola e lui fu promosso al lavoro di aiutante al fabbro ferraio con paga piu buona.Tutto questo mi fece molto felice!Finalmente avevo un impiego con paga!.Non c’e meraviglia che mio padre mi trovo un lavoro invece di mandarmi a scuola:Non c’erano scuole vicino a noi;il campo di lavoro era a tre miglia dalla fine della ferrovia e e non c’era niente in vista per migli.Il nostro gruppo era impiegato a costruire un ponte per continuare la ferrovia traverso un piccolo fiume.Il ponte era costruito a cemento ,una nuova invenzione che richiamava una grande quantita di pietre a ghiaga e questo facevano la maggioranza dei paesani:Fare ghiaia con pesanti martelli dieci ore al giorno.

 


Capitolo terzo

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