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Testo tratto dal libro scritto in Inglese da Carmine Bartolo Catalano primo Bocchiglierese emigrato in Canada piu' di 100 anni fa e tradotto dal nostro compaesano Luigi Perri anchesso emigrato in quella nazione che gentilmente mi ha fatto avere

Io ho vissuto Per: Gente,Musica e Amicizia

La storia di un emigrato da Bocchigliero cento anni fa.
Scritte in inglese da Carmine Bartolo Catalano.
Traduzione da Luigi Perri

Links correlati:

  • Autobiografia di Carmine Bartolo Catalano capitolo 1
  • Autobiografia di Carmine Bartolo Catalano capitolo 2

  • E' l'anno 1950 e Mr. Catalano Sr. celebra il suo ottantesimo a Nelson.B.C. dove ha costruito una casa a pietra e calce come quelle di Bocchigliero'unica in Canada.
    'Luigi Perri'


    Questa foto e' della famiglia Giuseppe Lerose
    maritato a Filomena Catalano,una delle quattro sorelle dell'autore del libro.
    E' l'anno 1965 in occasione del cinquantesimo del Giuseppe,Bruno,e Leonardo Lerose emigrarono giovanissimi.Bruno fu il primo Italiano in Canada eletto Sindaco della citta di Trail.
    Negli anni del cinquanta furono i garanti per le famiglie dei parenti per emigrare in Canada:Gli Abenanti,Capalbo,Santoro,Marino,Mazzei,Caligiuri,
    Perri,Murano,Risolei ed altri.
    Luigi Perri (Trail Canada)

    Era quasi l'alba prima che ero fuori paese.Che bel giorno di autunno.Mi fece sentire felice di essere vivo.Stiedi a cavallo per quasi trutto il viaggio ecceto per le discese rapide e facemmo il viaggio in breve tempo. E arrivati alla stazione di Pitrapaola diedi una saccoccia di biada al mulo e lo attaccai fuori.Diedi poi le carte di ballaggio al cdomandante della stazione e gli dissi che mio padre non poteva essere li ma che gli aveva invece mandato u7na bottiglia di buon vino che io gli consegnai. Accetto il vino e mi chiese dove erano gli altri mulettieri.Risposi cxhe erano tuttri occupati e lui esclamo:Dio mio ti ha mandato da saolo?"Si risposi,io che c'e' di male?Se mi date una mano a caricare io saro in buon affare,io non ho paura!Be ,disse lui,quando sei pronto chiamami!"Avevo mangiato il mio cibo durante il viaggio percio dovetti aspettare solo per il mulo di finire il suo e subito annunciai che ero pronto.Lui venne ,aiuto a caricare Quattro sacchi sul mulo(220 punti);io lo ringraziai e mi messi in via di ritorno.Il viaggio del mattino duro solo cinque ore,ma il ritorno fu di sei a causa del peso;lasciata la stazione,la stada era diretta come una riga.Camminato un quarto di miglio rivoltomi indietro vidi ancora il povero uomo alla stazione che mi guardava e si disperava per me;ma tutto ando bene ed io arrivai a casa senza incidenti;Arrivato a casa tutti erano orgogliosi di me ma per I seguenti viaggi avemmo l'aiuto di un altro mulettiere.Io e lui portammo tutta la farina al negozio. La fretta nel portare la farina era perche si approstava la stagione della raccolta e tutti diventavano occupati in the molte fununzioni come cavare le patate,,raccogliere la frutta che matura una dopo l'altra e finalmente la vendemmia di tonnellate e tonnellate di uva da fare a vino;La frutta e l'uva era nella nostra ,ma le patate erano coltivate su terra affittata ed erano in localita al di sopra del paese.Questa localita era conosaciuta col nome di Cicchella,nel terreno conosciuto come l'altopiano della Sila.In questi giorni, la Sila e' diventato un posto turistico per villuggiature estive intorno a laghi fatti dall'uomo e per sciare in inverno poche la rewgione e' nevosa;cosi mi dicono coloro che ritornano al vecchio paese questi giorni. Noi solo piantavamo patate li allora,;a questa altitudine la regione era coperta da belle pinete proprio come queste nella Columbia Britannica. Questo era il solo luogo dove potevi trovare legname commerciale come il pino,l'abete e altri legni di pregio. Mentre piu vicino a casa c'erano noci,castagne e cerze.Io ricordo a primavera,quando piantavamo le patate a Cicchella,un due ore e mezzo di cammino dal paese, generalmente si dormiva li durante il piantaggio che durava due or tre giorni; L scavo in genere era fatto da due vacche aggiogate se si era fortunati di averle "caparrate" iun avanzo ,se no si doveva usare la zappa a mano. I solchi ed il piantare era fatto a mano In questa occasione c'erano Quattro di noi: due opewrai,mio padre ed io.Tocco tutto il primo giorno a tagliare le patate per prepararle per il piantare Io con un operaio piantavamo una parte del sorco e papa ed un altro operaio lavoravano l'altra parte;Il mio compagno faceva il solco ed io mettevo giu il seme e poi lo coprivo con terra;Il seme doveva essere messo a trenta centrimetri di intervallo ed io ero quasi accurate ecceto che in caso di sbaglio dovevo rimpiazzarlo Procedevamo in ordine ma ad un punto,cercando di correggere un seme caduto a sbaglio il mio operaio mi colpi con la zappa.Il mio grido porto l'attenzione di mio padre che corse a verificare l'accaduto; il sangue correva sulle mie guance e il collmio padre mise un tovagliolo sulla ferita e presomi per ;a mano mi porto fuori del campo dicendomi di mantenere fermo il tovagliolo sulla ferita,non c'era infermeria in quei tempi.Non c'era molto rimedio per me in quell tempo eccetto una di quelle medicazioni tradizionali ben praticate in quei tempi.Io vidi mio padrew screpare col coltello un po di feltro dalla parte del cappello che tocca la fronte del portatore e posatolo sulla fewrita lo copri col tavagliolo.,il quyale copriva la mia testa e veniva annodato sotto il mento come un tovagliolo da donne;,Non c'era rottura di cranio,era solo un taglio superficiale,e con meraviglia io nemmeno piansi,infatti mio padre mi disse di riposare un poco e poi si rivolse al povero operaio e gli diede una grande punizione";Non piu vino per te oggi!.Io cercai di scolpare il povero uomo dicendo che mi ero esposto troppo vicino alla zappa Mio padre lo sapeva, il lavoratore lo sapeva e non disse niente;ma la punizione era fewrma: Non piu vino oggi!Mezza ora dopo l'incidente ero indietro al mio lavoro a piantare patate ma questa volta facevo attenzione a tenere la mia testa lontana dalla zappa.Domandai a mio padre perche mi aveva messo il feltro del cappello sulla ferita mi disse che quella parte del cappello raccoglie il sudore il che contiene iodina una delle migliori medicine per un taglio. . Durante l'estate si ritornava a differenti tempi per controllare la maturanza delle piante;non c'era acqua cosi si dipendeva sulla natura che per maggioranza produceva piogge abbastanza per sostenere la produzione di un abbondante prodotto. In autunno a tempo del raccolto, si cercava di prendere abbastanza lavoratori per l'impresa e si dormiva sul campo fino a che il cavare fosse finito.Questi erano alcuni dei punti piu belli della mia gioventu a Bocchigliero:Dopo aver lavorato tutto il giorno ,si accendeva un gran fuoco e dopo cenato si gettava sotto cenere un mezzo sacco di patate e si passava la serata mangiando deliziose patate ,raccontando storie e maggiormente cantando canzoni tradizionali prima di andare a dormire sotto un cielo autunnale,pieno di stelle e tutti contenti di vivere.Che sensazione!L'avete mai sperimentatata?Non c'e' descriverla! Finito lo scavare,si portava a casa quello necessario per l'inverno ed il resto si seppelliva in terra per conservarlo fino alla prossima primavera;Se si aveva piu del nostro bisogno si vendeva il soverchio;Ogni anno governavamo uno or due porci Per il nostro sopstegno e loro erano governati con patate piccole,castagne e ghiande di che ne avevamo tante.Il Maiale naturalmente veniva tozzato in Gennaio;e formava una occasione di festa piu grandiosa..L'usanza era di invitare I parentie un po di amici che potessero aiutare con l'ammazzo poi prender parte alle festivita che ne seguivano. La conservanza del maiale era una cosa molto seria e metodica che richiedeva molta attenzione nel curare I lardi,I prosciutti e le soppressate.Tutta la carne doveva essere tagliata a mano e tutti in famigliaq erano involti nel processo di affumicare e metter via per l'inverno. Tutte queste esperienze ,naturalmente sono molto impressive nella mente di un giovanotto.,non perche il giovane e' piu' prono ,ma perche tutto presenta la sfida Nel processo del crescere.Nell'osservare la semplicita delle faccende umane si impara che tutto e, difficile attuare in questa vita anche le piu necessarie attivita. Durante la mia infanzia,io ebbi molte e varie esperienze!Io ricordo un giorno in Ottobre,avendo lavorato arduosamente tutto il giorno a scavare patate per tre giorni a Cicchella, ritornando a casa, io gogliottavo una mangiata di frutti freschi.Era quasi tre ore da quando lasciammo Cicchella e prima di arrivare in piazza avevo di convingere mia sorella Filomena,che aveva partecipato al cavare patate con noi,di andare a raccogliere un po di uva e fichi a una delle nostre piccole vigne a commune con zio Nicola e ra una azienda lasciata a lui da una delle sue sorelle. La vigna ; La vigna era un altro miglio passato il paese.ma mia sorella non volle andare.Apparentemente ne aveva avuto abbastanza del camminare per quelgioirno. Mi sentivo arido e assetato,cosi decisi andare alla vigna da solo.C'erano ancora molte ore di giorno,arrivato alla vigna,mi feci una mangiata di fichi ed uva mi riempii le tasche e le maniche della giacca e ritornai a casa,naturalmente tutti goderono la frutta da me portata.La prima volta che incontrai mia zia le raccontai la mia bravata e se ne fece una bella risata.Io volevo bene assai alla zia Serafina,Era una brava persona e io godevo visitarla spesso.Lei ci regalava sempre frutti di stagione,aveva un buon modo di conservarle a lungo dopo che le nostre erano finite,forse perche nella nostra casa c'erano sei giovane bocche mentre lei ne aveva solo due ;godevamo specialmente le castagne che lei conservava per lungo nella sabbia umida.Noi avevamo abbastanza fichi secchi e castagne infornate ma quelle degli altri sono sempre leccornie per I bambini.Non molto distante della su menzionata vigna avevamo anche un castagneto in commune con la zia.anche questo era parte dell'eredita'Al tempo di raccolta per le castagne che era in Ottobre,noi insieme raccoglivamo tutte le castagne e dopo le dividevamo in tre porzioni:La famiglia di mio zio era considerata di nobilta, non solo perche erano ricchi ma anche perche sua moglie veniva da una famiglia nobile;suo fratello era un prete e viveva con loro e mostravano un grado di defernza per noi considerati villani e facevano poco contatto con noi.Noi giovani eravamo obbligati a chiamare il prete :Zio Don Alfonso,Alfonso era il nome proprio e il Don era per reverenza.Il Don in quei tempi era dato a tutti I ricchi e nobili del paese. Era ironico,come questo gruppo di gente brillava di superbia in quel covo di distinzione di classe.Mio zio Nicola per esmpio aveva tre figli,due femmine ed un maschio,Il ragazzo era allora uno studente in colleggio e lo vedevo quando ritornava in vacanze;Benche fosse ancora un ragazzo gia aspettavano il titolo di Don Ciccillo. Ciccillo e' il nome di Francesco quando uno era piccolo ma tante volte rimaneva permanente.La mamma aveva educato il figlio nell'arte di stabilire la superiorita sugli altri ma mio cugino era giovane e non si curava troppo di questo,era un bravo giovane e anche se doppio di me in eta mi veniva a cercare per accompagnarlo alla vigna or al loro giardino situato vicino al paese.Dopotutto'diceva lui,noi siamo cuggini in primo ed io non vedo perche non ci dobbiamo stimare solo perche io vado al Colleggio.Non c'era distinzione fra noi per quanto penzava lui.Noi andavamo per lunghe camminate e lui mi parlava delle sue esperienze da studente.Possedevano anche un orto in paese dove coltivavano legumi e fiori di tutti I colori.Per andare all'orto lui doveva traversare la piazza e se mi vedeva mi invitava ad andare all'orto con lui e se per caso qualche volta si ritardava a tornare lui veniva fino a casa nostra a spiegare che il ritardo era a causa sua e non mia,e sempre prendeva responsabilita. Dall'altra parte,le sorelle non si sono mai abbassate ad associarsi con noi eccetto al tempo della raccolta delle castagne quando loro avevano tanto piacere a divertirsi con noi poiche noi avevamo un gran bel tempo durante la raccolta.A casa, Antonietta e Teresina non erano permesse di giocare con le ragazze vicine perche queste non appartenevano alla loro classe.Ecco perche erano cosi anziose di venire con noi a raccogliere castagne e aspettavano questa occasione piu che aspettassero il Natale. Durante la raccolta noi cantavamo,ballavamo e scambiavamo storielle,cose che loro non potevano mai fare a casa.Fra noi c'era sempre un po di rancore per questo fatto di classe,ma tutto veniva dimenticato alla raccolta delle castagne. I nostri alberi erano giganteschi,infatti un albero facilmente copriva 75 piedi quadrati,se l'annata era buona si raccoglieva mezza tonnellata di castagne da un solo albero In quei tempi io potevo scalare gli alberi come una scimmia,ora nemmeno pensarci.

     

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