I PAESI DEL NOSTRO COMPRENSORIO:
Calopezzati, Caloveto, Campana, Cariati, Cropalati, Crosia-Mirto, Longobucco, Mandatoriccio, Paludi, Pietrapaola, Rossano, Scala coeli, Terravecchia .
Calopezzati
Altezza s.l.m.:217 m 
Superficie territoriale:2.231 Ha 
Abitanti:1.322 

Municipio :Via G. Capristo, tel. 0983-47245 
Comando VV.UU. :c/o Sede Municipale 
Carabinieri :tel. 0983-47870 
Ambulatorio medico:ASL N. 3, tel. 0983-47283 

Farmacie:Dr.ssa Marilena Romio, Via XX Settembre, 13 - tel. 0983-47288 

Banche:Cassa Credito Cooperativo ”Carlo De Cortona”, contrada S.Giacomo tel. 0983-44162. 

Alberghi e ristoranti :Hotel “Maria Grazia”, tel. 0983-44033; Camping “Boccuti”, tel. 0983-44347 

Le sue origini risalgono presumibilmente intorno alla prima metà del XI secolo, come borgo feudale attorno al monastero di San Nicola eretto da monaci greci che lo fondarono alle pendici del colle dove sorge oggi il paese. Il nome potrebbe derivare dal greco Kalos Petsas (industria del cuoio), ma precise indicazioni sull'origine del nome non se ne hanno.
 SITO UFFICIALE
Caloveto
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Altezza s.l.m.: 385 m 
Superficie territoriale: 2.483 Ha 
Abitanti: 1.554 
Municipio : Piazza dei Caduti, tel. 0983-63005 / 63183; gabinetto del sindaco fax 0983-63900 
Comando VV.UU. : c/o Sede Municipale 

Ufficio postale: tel. 0983-63076 

Farmacie: Dr.ssa De Capua, Piazza dei Caduti, tel. 0983-63009 

Guardia Medica Notturna e Festiva: Ambulatorio tel. 0983-530362. 

Centro agricolo della fascia collinare presilana, Caloveto sorge sul crinale della dorsale destra del Trionto ed ha un'altitudine di 385 m. Secondo il Rohlfs il nome «Caloveto» deriverebbe dal termine greco «Kalubites», che significa «abitanti di capanne». 
In realta' il paese deve la sua origine ed il suo nome al monastero di S. Giovanni di Calabita ( = Buona Vita) fondato in territorio di Caloveto da una colonia di monaci orientali sfuggiti alle persecuzioni iconoclaste. Il suddetto monastero, originariamente di rito greco e poi (1237) latinizzato dai Benedettini, ospito nell'anno 1003 S. Bartolomeo da Rossano (981-1055) ancora dodicenne, che vi resto per tutto il tempo in cui non si perfeziono' nello studio dei sacri testi e nella disciplina della vita monastica. 
Attorno al cenobio medievale di S. Giovanni di Calabita, dunque, si addenso' una piccola comunita' agricola che diede origine a Caloveto. Infeudato inizialmente ai Sangineto, passo successivamente ai Santangelo, ai Ruffo di Montalto, ai Guindazzo (1471), ai Cavaniglia (1480), ai d'Aragona duchi di Montalto (1507-1593), ai Mandatoriccio (1593-1696) ed infine ai Sambiase, Principi di Campana (1696-1806). 
In base all'ordinamento amministrativo disposto da Generale Championnet (1799) fu compreso nel Cantone di Ciro'. Nel 1807 fu classificato come «luogo» e inserito nel «Governo», di Cariati. Con la legge 4/5/1811 fu dichiarato Comune e incluso nel Circondario di Cropalati. Retrocesso a frazione di Cropalati nel 1928, fu ricostituito come comune autonomo nel 1934. 
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Campana
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Altezza s.l.m.: 617 m 
Superficie territoriale: 10.279 Ha 
Abitanti: 2.797 

Municipio : Piazza del Parlamento, tel. 0983-93022 / 93191 
Comando VV.UU. : c/o Casa Municipale tel. 0983-93277 
Carabinieri : Via Piave, tel. 0983-93023 
Guardie forestali: Via N. Ausilio, tel. 0983-93131 

Ospedale: ASL n.3. Poliambulatorio, Via Insorti d'Ungheria, tel. 0983-968218 

Guardia medica e poliambulatorio: presso l'Ospedale 

Farmacie: Via Insorti d'Ungheria, tel. 0983-93000. 

Banche: Carime, tel. 0983-93324 

Alberghi e ristoranti: Locanda “Vittoria”, tel 0983-93383; Ristorante Pizzeria di Azzinnaro - Via Fani, 8 tel. 0983-93674; Ristorante Pizzeria S.Antonio di Chiarelli - Via Insorti d'Ungheria n. 41, tel. 0983-93166; Rosticceria Chiarelli Piazza S.Croce tel. 0983-93166; Ristorante Pasticceria Gelateria di Cava - Via Sila, 102 tel. 0983-937008 

Campana vanta origini antichissime. La tradizione storiografica la identifica con l'antica Kalasarna o Kaliserna, di cui parla Strabone (Vl, 254.1,3). II toponimo, di origine greca, sembra essere mutato dalla pastorizia ivi praticata «Kalos-arnos», = bell'agnello: terra dei begli agnelli) o dalla natura accidentata e' ben difesa dalla sua posizione strategica «Kalos-arna» = bella roccaforte; o anche «Chala-arna» = rocca prominente). 
Molti e di epoca diversa sono stati i ritrovamenti di materiale archeologico che vanno dai pochi oggetti dell'eta' del bronzo provenienti da Ronza vecchia, ai vasi e cocci con residui di scene pittoriche o a fondo nero rinvenuti nella zona di Caprella, Cozzo del Leone, Cozzo del morto. 
Ad epoca bruzia risale una tomba a lastroni recentemente venuta alla luce in c.da S. Marina, mentre di epoca romana e' quella scoperta in c.da Pignataro, il cui corredo e' ora esposto al Museo di Crotone. 
Una ricca collezione di ben 78 monete greche e romane di cui 16 non identificabili per il cattivo stato di conservazione, e' stata rinvenuta nel 1934 in c.da Torracca ed e' in parte (17 pezzi) fruibile nel Museo di Reggio Calabria. 
Segni di civilta' rupestre con grotte intercomunicanti scavate nella roccia si notano inoltre in c.da Onrnarito.
Circondato da numerosi casali di agricoltori e pastori (Francavilla, S. Pietro, S. Iapico, S. Giovanni la Fontana, S. Lorenzo), di cui oggi restano solo le toponomastiche, Kaliserna divenne Campana probabilmente nel IX-X secolo, al tempo delle incursioni piratesche dei saraceni, che attraverso il Fiume Nicà (antico Hylias?) si spingevano nell’interno per le loro scorribande. Il pericolo pressante provocò certamente l’inurbamento di molti casalini verso il centro strategicamente meglio arroccato. In età normanna il nome di “Terra della Campana” designa il centro strategico fortificato o “ Castrum”. 
Il nuovo toponimo «terra Campanae» si trova citato la prima volta nei Registri Angioini al tempo della sua infeudazione. Primo intestatario sembra essere stato il francese Biviano di Clarence, cui successe Guglielmo Enardi di Bayrano. Nel 1271-72, alla morte di quest'ultimo, la Curia lo concesse a Guglielmo Brunello, vice maresciallo del Regno di Napoli. 
Dopo un breve periodo durante il quale il feudo fu di Muzio Matera, dal 1417 Campana lega la sua storia feudale alla contea di Cariati. Si susseguono come intestatari Polissena Ruffo, la sorella Covella, Marino Marzano. Tornata per poco al regio demanio, dal 1479 restò infeudata a Geronimo Riario (1479-82), Geronimo Sanseverino (1482-85). Nell'anno 1505 il feudo venne concesso a Giovambattista Spinelli «in remunerazione di sua fedeltà et servitù» alla casa aragonese. Gli Spinelli, a parte una parentesi nel 1534, tennero Campana fino al 1678, anno in cui Carlo Spinelli, fortemente indebitato, la cedette insieme a Bocchigliero al barone Alessandro Labonia di Rossano per 43.000 ducati. 
Nel 1694 il feudo venne acquistato da Bartolo Sambiase, la cui famiglia lo mantenne col titolo di principe fino alle leggi eversive del 1806. Durante il decennio francese (1806-15) divenne capoluogo di circondario nel distretto di Rossano ed ebbe la Pretura col carcere mandamentale. 
Fu anche sede notarile fino a poco tempo addietro. 
Dopo i terremoti del 1825 e 1836 si innescò il processo di sviluppo che diede al paese l’attuale configurazione urbanistica con la nascita dei nuovi popolosi rioni del Convento e di S. Croce e con la recente proiezione verso la Sila (zone Argutolo e S. Leonardo). GIGANTI DI PIETRA A CAMPANA
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Cariati
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Altezza s.l.m.: 79 m 
Superficie territoriale: 2.795 Ha 
Abitanti: 8.713 

Municipio : Piazza Fabio Friozzi, tel. 0983-91525 

Comando VV.UU. : Via Vignola, tel. 0983-96079 
Carabinieri : Via Savastano, tel. 0983-91006 
Ferrovia: P.zza Stazione, tel 0983-91094 
Ufficio Postale: Cariati centro, tel. 0983-87062 
Guardia medica: Locale: tel. 0983-94236 - Turistica: tel. 0983-941303 
Farmacie: Dr. L. Ciccopiedi, Cariati centro, tel. 0983- 91015; Dr. F. Tassone, Cariati Marina, tel. 0983-91089 

Ospedale civile: Via G.Natale tel. 0983-9411 

Telefono amico: Informazioni, istanze e reclami- servizio socio psico pedagogico, 0983-968128 

Banche: Carime, Via S. Giovanni, 5 tel. 0983-91066; Credito Cooperativo della Media Magna Grecia, Via d'Acquisto tel. 0983-968546 / 968722 

Ufficio Promozione Turistica: tel. 0983-968128-96133 

Agenzia Viaggi e Turismo: SIMET, Via Alcide De Gasperi, tel. 0983-968658-968697 

Alberghi: “Berlin” Via Magenta, 15 tel. 0983-91686; “ Madonnina” Via Magenta tel. 0983-96687; “Nettuno” Via Lungomare tel. 0983-91459; “Il Pettirosso” Via Sardegna tel. 0983-968171. 

Agriturismo: Az. “Beneficio-Palumbo-S. Leo” di F. Caruso, tel. 0983-91992. 

Camping - Villaggi Turistici – Residence: Villaggio Camping “Vascellero”, loc. Vascellero tel. 0983- 91127 - 96143; Residenza Turistica Alberghiera “Gardenia” tel. 0983- 96431; Residence Casa Vacanza “Black Out” tel. 0983- 91694; Residence Turistico Alberghiero “Calipso” tel. 0983- 968240

Il primo nucleo dell'attuale centro storico di Cariati, cinto da poderose mura, situato su un'amena collina in vista del mare , sorse come luogo strategico fortificato in eta' bizantina. 
Ai Bizantini viene attribuita la prima edificazione della cinta muraria cittadina, che fu consolidata e rimaneggiata nei secoli XV e XVI. 
Divenuta contea in epoca normanna (sec. Xl) e successivamente principato (1565), Cariati fu soggetta a varie signorie. Vi si alternarono i Ruffo, i Riario, i Sanseverino, i Coppola, i Borgia e, in ultimo (1505) gli Spinelli, Principi di Cariati dal 1565, che la tennero fino all'eversione della feudalita' (1806). Nel 1437, mentre si trovava sotto la signoria dei Ruffo, Cariati fu elevata a sede vescovile e tale titolo conserva ancora oggi. Fra i suo vescovi piu' importanti si ricordano Francesco Gonzaga (1633-1657), che promosse la costruzione del Palazzo Vescovile e del Seminario, e Nicola Golia (1839-1873) che nel 1857 riconsacro la Cattedrale di origine quattrocentesca, da lui fatta completamente ricostruire in stile neoclassico. Nella prima meta' del '500 Cariati subi' ripetuti attacchi e devastazioni da parte dei pirati turchi che infestavano allora il Mar Mediterraneo. Nel 1544 il corsaro Kaireddin Barbarossa la distrusse quasi completamente e ne fece prigioniera gran parte della popolazione, compreso il vescovo Giovanni Carnuto. Nel Seicento la citta' si riprese dalle devastazioni turchesche e vide rinnovarsi quasi tutto il suo tessuto urbano: a questo periodo risalgono il Palazzo Vescovile, il Seminario, le chiesette dell'Annunziata, della SS. Trinita', di Sant'Antonio, di S. Maria delle Grazie, nonche' molte abitazioni del centro storico e alcuni palazzi gentilizi rimaneggiati poi in epoche successive.
Tra il 1806 e il 1815, nel cosiddetto «decennio francese», Cariati conobbe le conseguenze negative del brigantaggio, essendo stata scelta come quartiere generale delle sue imprese banditesche da Re Coremme, uno dei peggiori briganti dell'epoca. La cittadella fu assediata due volte dai Francesi, decisi a scovare ed annientare la banda del brigante filoborbonico. 
Nei primi decenni dell'Unita', Cariati conobbe le difficili condizioni di tutti i comuni del Mezzogiorno d'ltalia all'indomani dell'unificazione nazionale.
Nel 1876, con il completamento della costruzione del tronco ferroviario Taranto- Reggio Calabria, si spezzo' finalmente il suo secolare isolamento e la comunita' locale si avvantaggio' di facili collegamenti con Napoli, Roma ed il resto dell'ltalia. 
In questi ultimi anni Cariati e' andata sempre piu' caratterizzandosi e attrezzandosi come centro turistico-balneare di un certo livello. Attualmente dispone di una non comune infrastruttura turistica: un porto con caratteristiche adeguate al turismo nautico e all'approdo di battelli da diporto, utilizzato anche come rifugio per le barche dei numerosi pescatori locali.

SITO DEL COMUNE
CARIATIONLINE

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Cropalati
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Altezza s.l.m.: 384 m 
Superficie territoriale: 3.290 Ha 
Abitanti: 1.392 
Municipio : Viale Roma, tel. 0983-61064; Filo diretto al servizio del cittadino: tel. 800512538; ufficio del sindaco, tel. 0983-61261. 
Comando VV.UU. : tel. 0983-61003 
Carabinieri : Via S. Biagio, tel. 0983-61003 
Ufficio postale: tel. 0983-61004 
Stazione Autobus extraurbani: Piazza S. Antonio Abate – Piazza Bologna 
Guardia Medica - Consultorio Familiare: tel. 0983-530364 

Farmacie: Dr. R.Allevato - Via Roma 29, tel. 0983-61244 

Alberghi e ristoranti: Trattorie locali: "Acropolis" - "Il Granaio 

Centro agricolo della fascia collinare presilana, nella bassa Valle del Trionto, Cropalati sorge a 367 metri sul livello del mare. 
II nome del paese e' di evidente derivazione bizantina, riferendosi etimologicamente ad un «Kouropalates», o in segno di onore verso l'imperatore di questo nome (Michele Curopalatis), o molto piu probabilmente perche' la terra venne data in feudo ad un funzionario di questo nome, che rivestiva a Rossano un importante ufficio. 
L'agglomerazione urbana di Cropalati sorse intorno a un castello feudale agli inizi del XIV secolo. Di questo castello avanzano tuttora dei ruderi nella parte alta del paese. 
Gia' pertinenza dello Stato di Rossano, Cropalati appartenne ai d'Aragona Montalto (1507-1600), ai Badolato (1600-1617) che vi ebbero incardinato il titolo di Marchese. Ritornato nel 1617 nuovamente nello Stato di Rossano, vi rimase fino al 1806. 
In base all'ordinamento amministrativo disposto dal Generale Championnet nel 1799, fu incluso nel Cantone di Ciro. Nel 1807 divenne un «luogo» del «Governo di Cariati». ll 4/5/1811 veniva elevato a capoluogo di Circondario, comprendente anche i comuni di Paludi, Calopezzati, Crosia e Caloveto. Da ricordare che Cropalati diede i natali al Beato Bernardino Otranto, che fu confessore di S. Francesco di Paola. 

SITO DEL COMUNE

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Crosia-Mirto
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Altezza s.l.m.: da 0,00 a 236. 
Superficie territoriale: Ha 2.141 
Abitanti: 8.001. 
Municipio: Via Isonzo, Tel. 41001. 
Comando VV. UU.: Sede municipale. 
Carabinieri: Caserma Mirto, Tel. 42122. 
Ospedale: Cariati o Rossano.
Ambulatorio medico: Via Nazionale Mirto, Tel. 42552. 
Farmacie: Dr. Parisi, Piazza Dante 107, Mirto, Tel. 42269; Dr Minisci via Castello Crosia, Tel. 42608. 
Banche: Cassa di Risparmio di Calabria e di Lucania «Agenzia», via Nazionale, Tel. 42097. 
Scuole: Elementari, Medie, Istituto Professionale di Stato per il Commercio. 
Alberghi e ristoranti: «da Filippo», via nazionale, Mirto, Tel. 42024; ROMANO, via Risorgimento, Mirto, Tel. 42013. 
Lidi: Cento Fontane. 
Fiere: Mercato ultimo sabato di ogni mese. 
Feste religiose: S. Michele Arcangelo 8 maggio (Crosia). Sacro Cuore di Gesu' fine luglio (Mirto). Santo protettore: S. Michele Arcangelo. 
Valori storico ambientali: Castello Feudale di Mirto, Torre di S. Tecla. Prodotti tipici alimentari: Pesce salato, salciccie e soppressate.
Comune definitivamente autonomo nel 1938, Crosia fu fondata, secondo la tradizione, dai compagni di Enea nel 1315 a.C. lungo la parete est della collina di Santo Pietro. Raggiunse il massimo splendore (a giudicare dai reperti) tra il X e l’VIII secolo a.C. 
Annessa al territorio di Crotone, divenne centro di frontiera, assumendo grande importanza strategica per il porto ubicato nell’Hilyas, accogliendo probabilmente i superstiti Sibariti dopo la disfatta subita dai Crotoniati. Distrutta dallo spaventoso terremoto del 379 d.C., fu riedificata sulla parte alta della collina. Il Trionto, che lambisce la collina, fu teatro di due battaglie memorabili quanto cruente: nel 510 a.C. tra Sibariti e Crotoniati, in località Strange, e tra Goti e Bizantini, in località Caliò. 
Poco chiara e frammentaria è la successione feudale. Di certo nel sec. XIV risulta intestata ai Ruffo, ultimo dei quali fu Niccolò, ciambellano di corte di re Ladislao, morto senza figli. Il feudo, che per diritto di successione spettava al marchese di Crotone come parente più prossimo, a causa della resistenza di questi alla corte di Napoli, nel 1417 venne aggregato dalla regina Giovanna al principato di Rossano e concesso alla principessa Polissena Riffo. A lei seguirono la sorella Covella ed il figlio di questa Marino Marzano. In seguito alla congiura dei Baroni, di cui il Marzano fu «magna pars» contro la corona, il principato, e quindi anche Crosia, passarono al demanio regio. 
Nello scorcio del sec. XV, probabilmente, per breve tempo (1471-72) il feudo fu assegnato a Tommaso Guindazzo, signore anche di Pietrapaola e Cropalati. 
Nel 1503 Crosia venne acquistato insieme a Caloveto e Cropalati da Ferdinando D’Aragona, la cui famiglia lo mantenne fino al 1593. 
In tale anno Maria d’Aragona lo cedette per 20.650 ducati a Giovan Michele Mandatoriccio di Rossano. Il figlio di questi, Teodoro, ottenne nel 1625 da Filippo IV di Napoli il titolo di duca di Crosia, che aveva giurisdizione solo «intra parietes et in homines» del paese, mentre il territorio, essendo «in tenimentum» di Rossano, era sotto la giurisdizione feudale di quel principe. 
Nel 1596 Michele Mandatoriccio acquistò da Laudomia Grisara anche il fondo Mirto, che insieme alla Mastrodattia di Caloveto fruttava 800 ducati all’anno. Due anni dopo ingrandì il feudo con l’acquisto da Vespasiano Spinelli della baronia di Calopezzati per 25.500 ducati. 
Al duca Michele sembra dovuto il cambio di titolo dell’arcipretura, da lui dedicata a S. Michele Arcangelo, mentre, certamente fino al 1596, lo era a S. Angelo. Morto Francesco Mandatoriccio senza figli (1676), il feudo passò alla sorella Vittoria e per essa al marito Giuseppe Sambiase, dopo una lunga vertenza giudiziaria con i Toscano di Rossano, parenti del Mandatoriccio, che si concluse con una transazione per cui il Sambiase ottenne il riconoscimento del diritto di successione previo pagamento ai Toscano di 16.000 ducati, sostituiti con la cessione del fondo Arso in territorio Mandatoriccio. 
SITO DEL COMUNE
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Longobucco
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Altezza s.l.m.: 788 m 
Superficie territoriale: 23.000 Ha 
Abitanti: 4.123 

Municipio : Via G. Mazzini, tel. 0983/72506 - 72505 – fax 0983/71071 
Comando VV.UU. : Piazza G. Matteotti, tel. 0983/72103 
Carabinieri : Via Manna, tel. 0983/71004 
Corpo forestale : Via Nazionale, tel. 0983/71141 
Ufficio postale: Corso Colombo, tel. 0983/72549 – Fraz. Destro tel. 0983/67014 
Guardia medica: Via San Giuseppe, Tel.0983/530613. 

Farmacie: Dr. Domenico Ioele, Corso Colombo, tel. 0983/71027; Dr. Giuseppe La Rocca, Corso Piazzetta, tel.0983/71019 

Banche: CARIME, Corso Colombo 107, tel. 0983/71001 – 72305 

Ufficio informazioni turistiche: Piazza G. Matteotti, tel. 0983-71076, a cura dell'A.C. e di Silatrekking. 

Alberghi e ristoranti : Hotel Camping “Cecita”, sul lago omonimo, Loc. S.Giovanni Paliatico, tel. 0983/579074; Hotel "Stella", con pizzeria, Loc. S.Brigida SS.177, tel. 0983/72083; "Al Tempio Libante", pub-pizzeria, Corso Colombo, tel. 0983/72082; pizzeria “Salerno”, Corso Colombo, tel. 0983-71130. 

Centro agricolo dell'alta valle del Trionto, sorge nel cuore della Sila greca, a una trentina di chilometri dal Lago Cecita. 
Tommaso Bartoli, cronista locale dell'Ottocento, rifacendosi alla tesi di alcuni storici calabresi dei secoli XVI e XVII, identifica Longobucco con l'antica citta' preellenica di Temesa, ma l'identificazione non risulta confermata da prove convincenti. 
Nel territorio di Longobucco sono presenti giacimenti d'argento il cui sfruttamento risulta documentato almeno dal Xll e fin quasi alla fine del XVIII secolo. Tali giacimenti erano noti gia' nell'antichita' e furono, con ogni probabilita', sfruttati dai Sibariti per la coniazione delle loro monete. Le origini storiche del Comune di Longobucco risalgono al Medioevo. 
Nelle carte del Duecento e del Trecento il paese risulta citato come «Terre Longobucti», e «Longobucto».
Appartenne allo Stato di Rossano e fu feudo dei Marzano (dal 1445 al 1464), degli Sforza (dal 1487 al 1499), dei d'Aragona (dal 1499 al 1524), ancora degli Sforza (dal 1524 al 1559), degli Aldobrandini e, infine, dei Borghese, dal 1681 al 1806. 
A Longobucco prospera da secoli l'artigianato tessile. Vi si producono specialmente coperte e tappeti lavorati a mano su disegni tradizionali e di fantasia. 

LONGOBUCCO.BIZ

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Mandatoriccio
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Altezza s.l.m.: 575 m 
Superficie territoriale: 3.677 Ha 
Abitanti: 3.173 

Municipio : Piazza del Popolo, tel. 0983-994220 - 994626. Sindaco tel. 0983-994047. Uff. Relaz. con il pubblico tel. 0983-994615 

Comando VV.UU. : c/o Municipio 
Carabinieri : Via Nazionale, tel. 0983-994006 

Ambulatorio medico e Guardia: Via Nazionale, tel. 0983-994597 

Farmacie: Dr. Abbate, Via Umberto I, tel. 0983-994515 

Ufficio postale: tel. 0983-994001 

Banche: Banca Popolare di Crotone, Via Nazionale tel. 0983-994177 

Agriturismo: Az. “Torre Jaccata” di C. Vennari, tel. 0983-91030; Az. “Abaticello” di N. Nucaro 

Alberghi e ristoranti: Albergo nel Centro Storico; Hotel “Paradise” SS. 106, tel. 0983-90432; Albergo “Boccuti”, SS 106, tel. 0983-90212; Belvedere, viale Belvedere; La Perla Jonica, via A.Moro; La Pineta, Mandatoriccio Mare; Le Ginestre di Flotta Nicola, Vill. Eucaliptus; Luna Rossa, Vill.O.v.s. 

Mandatoriccio anticamente faceva parte della Calabria Citeriore (catasto 1608-1741 «Archivio di Stato di Napoli»), era casale di Pietrapaola e dipendeva dal distretto ecclesiastico di Rossano. 
Discordanti sono le tesi degli studiosi riguardo alle origini: gli storici N. Leoni e C. Zupi fanno risalire la sua fondazione intorno al 1535, epoca nella quale un certo Francesco Mandatoriccio, fiorentino, immigrato per cause politiche, rifugiatosi prima a Cariati e poi a Pietrapaola, fondò il primo nucleo di Mandatoriccio. 
Secondo le tesi sviluppate dal Valente, Mandatoriccio sarebbe nato intorno ai primi del Seicento per volontà di Teodoro Mandatoriccio, signore di Crosia; il centro così sorto venne dotato di un castello fortificato ad opera dello stesso fondatore. Lo storico in questione sostiene ancora che alla estinzione della famiglia Mandatoriccio (1676), il paese passò, per successione femminile, ai cosentini Sambiase, ai quali appartenne fino al 1806, anno della “eversione della feudalità”. Sempre secondo le tesi formulate dal Valente l’ordinamento amministrativo disposto dai francesi per legge il gennaio 1809, considerava Mandatoriccio «Luogo», ossia «Università» nel cosiddetto Governo di Cariati. 
Il successivo riordino operato per decreto 4 maggio 1811, istitutivo di Comune e Circondari, mantenendo Mandatoriccio nella giurisdizione di Cariati, gli attribuiva Pietrapaola come frazione. 
Nella sistemazione data dal Borbone per legge 1 maggio 1816 Mandatoriccio perdeva Pietrapaola, elevata a Comune autonomo. 
Dal 1929 al 1934 Pietrapaola tornava ad essere frazione di Mandatoriccio. 
Una «Bolla Ecclesiae» emanata dall’Arcivescovo di Rossano ci dice che Mandatoriccio venne dichiarata parrocchia nel 1708 e Felice Nicola di Sambiase, principe di Campana e barone di Casale, dotò la nascente parrocchia di un piccolo appezzamento di terreno detto «Milo» e di un mulino detto «Torno» e di decine di derrate da dare al parroco annualmente (le località menzionate esistono ancora oggi con le stesse denominazioni). 
In base alle notizie esposte possiamo dire che quasi tutti gli storici menzionati sono più o meno concordi nel far risalire le origini di Mandatoriccio intorno alla metà del 1500 e gli inizi del 1600, discordanti invece, come abbiamo visto, sono le tesi riguardo alle vicende politico sociali che ruotano intorno a Mandatoriccio. Un dato certo è che il paese anticamente dipendeva dal Principato di Pietrapaola dal quale prendeva lo stesso nome «Pietro-Paolo» come dimostra una carta del 1714 rinvenuta presso la biblioteca Nazionale di Napoli. Si è però propensi a ritenere che in quell’epoca esistesse di già il castello. Lo storico Valente parla del maniero del Marchese Guidosso, Signore di Pietrapaola, la cui fondazione viene fatta risalire intorno al 1400. 

SITO DEL COMUNE
Mandatoriccio Home Page

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Paludi
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Altezza s.l.m.: 430 m 
Superficie territoriale: 4.195 Ha 
Abitanti: 1.963 

Municipio: 
Piazza Palopoli, tel. 0983-62029 

Comando VV.UU.: 
c/o Municipio 

Ambulatorio medico: 
Via Municipio, tel. 0983-62133. 

Guardia medica notturna e festiva: 
Via G. Bruno tel. 0983-530641 

Farmacie: 
Dr. Luigi Gallina, via G. Mazzini, tel. 0983-62041 

Ufficio postale: 
tel. 0983-62013 

Agriturismo: 
Azienda "Sidero" di A. L. Marincolo tel. 0983- 62303 

E' una ridente cittadina posta a 430 metri sul livello del mare, facilmente raggiungibile dalla vicina Rossano per una comoda strada con frequenti sviluppi altamente panoramici, candidata a diventare un centro turistico-culturale notevolissimo per la presenza nel suo territorio di uno fra i piu' importanti ed imponenti complessi archeologici della Calabria: Castiglione.

Il legame fra Paludi e quel grande fenomeno storico che fu il monachesimo greco-bizantino e confermato dal ritrovamento- nei pressi dell'abitato - di bellissime laure scavate nella roccia. 
La nascita dell'attuale centro urbano e' collegata alla caduta in rovina per circostanze non del tutto note - probabilmente dovute ad eventi bellici - dei casali di Bucita e Valimonte, i cui abitanti «in maggior parte andarono ad ingrossare la vicina borgata di Paludi» (2). 
Il casale' di Valimonte ebbe una certa importanza per l'esistenza e lo sfruttamento delle saline site nel territorio e utilizzate fino ai primi anni del secolo XIX. 
Paludi fu casale amministrativamente congiunto a Rossano, di cui segui le vicende feudali. Percio' passo dal dorninio dei Marzano (1445-1464) a quello degli Sforza (23 aprile 1487) che lo tennero fino al 1499, e quindi a Isabella d'Aragona, vedova di gian Galeazzo Sforza, Duca di Milano, che lo mantenne fino al febbraio del 1524. 
Paludi ritorno agli Sforza (1524-1559) per passare (1612-1637) agli Aldobrandini ed infine ai Borghese che lo tennero fino all'eversione della feudalita' (1806). 
Col nome di Paludi - altre volte appare scritto Palude - il Generale Championnet, nel 1799, dando ordinamento amministrativo alla regione, lo incluse nel Cantone di Corigliano, Dipartimento del Crati. I francesi, con legge 19 gennaio 1807, ne fecero un Luogo, ossia Universita', nel Governo di Rossano. Poi con l'istituzione dei Comuni e dei Circondari, per decreto 4 maggio 1811, compreso tra i primi, venne posto nella giurisdizione di Cropalati (3). 
La presenza di ben nove chiese nel territorio comunale - di cui quattro nel centro urbano - testimonia la profonda religiosita' del popolo paludese. Tale sentimento religioso si manifesta mirabilmente nel corso dell'anno ed in particolare maniera in occasione dei solenni festeggiamenti in onore di San Clemente - Protettore e Patrono-, dell'lmmacolata, di San Francesco di Paola (15 giorni dopo la Santa Pasqua) .
In Paludi operarono due Confraternite laicali: la prima, del Rosario, con omonimo altare nella Chiesa Parrocchiale; la seconda, dell'lmmacolata, sorta intorno al 1735, con chiesa propria. 
Il cuore del Centro Storico e' dominato dalla bella Chiesa Parrocchiale dedicata a San Clemente (sec. XVI). Il tempio, restaurato nel 1983, e' formato da una navata centrale e due «navatelle», laterali, «divise da pilastri circolari di laterizi, con basi e capitelli di pietra calcarea, scolpiti da maestranze locali, ed archi di mattoni, fatti a mano, a tutto raggio, da un transetto e dall'abside. Completano l'insieme la sagrestia con volta, parziale, di mattoni formante vela e il campanile ricostruito dal Genio Civile negli anni '50».
Arricchiscono la facciata principale il portale centrale in pietra locale scolpita e le due porte laterali, una per ciascuna «navatella», con cornici in pietra, nonche' il magnifico rosone. 

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Pietrapaola
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Altezza s.l.m.: 521 m 
Superficie territoriale: 5.218 Ha 
Abitanti: 1.281 

Municipio : 
Via Roma, tel. 0983-994013 

Comando VV.UU. : 
c/o Municipio 

Guardia medica e Ambulatorio medico: 
Via S. Francesco, tel.0983-25609 / 25621 

Farmacie: 
Dr. Scorpiniti - Via Corigliano (centro storico) e c.da Camigliano tel.0983-994091 

Ufficio postale: 
centro tel. 0983-994014; stazione tel. 0983-994017 

Servizi per il turismo : 
Hotel “La Siesta Marina”, tel. 0983-90023; Hotel “Costa Azzurra”, tel.0983-90006; Hotel “Chez Mario”, tel.0983-90053; Hotel Villaggio “Il Carlino”, tel.0983-90032; Hotel Villaggio “Irene”, tel.0983-90064; Hotel “La Giara” tel.0983-90002

La mancanza di uno studio specifico intorno ai resti del castello di Pietrapaola lascia un gran vuoto sulle origini del Castrum, che, per la particolare posizione geografica, doveva ricoprire un ruolo di certo considerevole nella difesa del territorio circostante. 
Nessuna notizia pervenutaci del periodo Normanno-Svevo; dal 1269, anno della signoria del francese Elia di Ganz, il contado sembra popolarsi gradatamente, forse soprattutto per le attività silvo-pastoriali che potevano espletarsi nelle grandi «Difese» demaniali di querce e castagni, ove era possibile allevare pregiate mandrie di cavalli e di buoi da lavoro, necessari all’industria agraria del tempo. 
Da alcune note di pagamenti fiscali alla Regia Corte, Pietrapaola appare fin dal 1300 come un centro abitato di notevole interesse economico: sembra, infatti, che la particolarità del territorio consentisse il commercio di alcuni settori artigianali di primaria importanza, quali le manifatture di panni di lana, di doghe per botti e di basti per muli ed asini. 
In ordine cronologico i feudatari di Pietrapaola furono i Britti (1413), Diego Cavaniglia (1480), Ferrante d’Aragona, Ruffo di Licodia, Mandatoriccio di Rossano e Sambiase di Cosenza, ultimi intestatari. 
Il palazzo baronale posto in località «RIO» aveva sostituito l’antichissimo castello, distrutto probabilmente nell’incursione turca di Bechin Bassà del 1644, come attesta un'epigrafe posta a lato della Chiesa Parrocchiale. 
Tra gli effetti feudali che il barone possedeva sul territorio di Pietrapaola figuravano la Bagliva, la Dogana, la Catapania, la Castellania che solitamente si fittavano per Ducati 110; la Zecca e Portolania, che si appaltavano all’Università (odierno Comune) per Ducati 3; la Fida dei Capitoli, su paglia minuta, pagata dall’Università per poter i cittadini buttare le immondizie per le strade senza incorrere in alcuna pena a favore della Principal Corte. Godeva ancora la Camera baronale della Mastroddatia civile e criminale delle prime e seconde cause, comprendente la mastroddatia della Bagliva. Il fitto dei molini per la macinatura delle granaglie era, secondo la consuetudine, riscosso in grano rivellato o anche in grano di molitura; con egual genere di vettovaglie il feudatario concedeva le conche per lavorare la seta e l’uso della «varchiera». 
Della razza «Sambiase» erano famosi durante il ‘700 i muli ed i cavalli allevati, appunto, in territorio di Pietrapaola nelle «Difese» di Senno, di Malalbergo, di Orgia, di S. Elia; gli uni e gli altri furono distrutti dal brigantaggio del decennio francese. 
Degne di studio sono le numerosissime escavazioni che ricoprono il territorio, in particolar modo quelle attorno al castello, ove si tramanda essere un passaggio per accedere all’interno di una grotta, dalla quale - e soltanto da questa - era possibile, nei tempi della piena attività del Castrum, metter piede sulla sommità della cittadella. 
In tutte le fasi del brigantaggio meridionale, dal 1799 al 1865, Pietrapaola partecipò, da una parte e dall’altra; la fermezza e l’incomprensione delle autorità militari francesi furono certamente la causa determinante di tale fenomeno, soprattutto se si considera il male prodotto dall’abolizione dei tribunali locali che espletavano «paternamente» le questioni di furti, litigi e danni di vario genere. 

L'altopiano delle Muraglie 
(quota 405 s.l.m.), 3 Km. a Nord/Est dell'abitato di Pietrapaola, sorge in posizione dominante sulla fascia costiera ionica tra Capo Trionto e Punta Fiume Nica. Vi si giunge dal Bivio Stazione di Pietrapaola (SS. 106) ed imboccando, dopo un tratto di 6 Km. all'altezza di un ponticello, la mulattiera che sale a Nord/Ovest. 
Lungo lo sperone roccioso che borda a Nord e Nord/Ovest l'altopiano, si conserva per una lunghezza complessiva attuale di m. 450, una cinta muraria in blocchi di conglomerato locale che formano un doppio paramento a secco in opera poligonale (altezza media dal piano di campagna n. 3). Sul lato Nord/Est del circuito, si apre una porta rientrante ad angolo retto, con corridoio lungo m. 15, in corrispondenza di un'antica via di accesso dal litorale, che, in prossimita' della porta, era sbarrata da una serie di massi rocciosi. All'estremita' Sud/Est dello sperone, e visibile il basamento di una torre a pianta quadrangolare, posta a controllo dell'arco costiero meridionale. 
In base alle piu recenti ricognizioni (1984), e possibile ipotizzare la presenza di un circuito difensivo lungo in totale 1,5 Km., che racchiude una ampia superficie a pianori (circa 45 ettari), separati da una valletta centrale, come a Castiglione di Paludi. Nell'area all'interno della cinta muraria sono stati recuperati materiali archeologici riferibili ad una frequentazione del sito nel corso del lIl sec. a.C. Ci si trova di fronte, pertanto, ad un vasto insediamento fortificato dai Brezi, nello stesso periodo in cui sorgono i centri di Castiglione di Paludi, e di Pruiia di Terravecchia. 
 

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Rossano
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Altezza s.l.m.: 270 m 
Superficie territoriale: 14.943 Ha 
Abitanti: 34.716 

Municipio : Piazza SS.Anargiri, Centralino : tel. 0983-5291; Segreteria del Sindaco tel. 0983-520241/529401 Fax 0983-522164; Segreteria Generale tel. 0983-521505 Fax 0983-522161; Delegazione Municipale Scalo tel. 0983-529278; Ufficio relazioni con il pubblico tel. 0983-529211. 

Comando VV.UU. : c/o Municipio tel. 0983- 520636 / 529267 

Carabinieri : Pronto intervento tel. 112 - Viale S. Angelo tel. 0983-530730 / 530731 / 530732 

Polizia: Pronto intervento 113 - Via G. di Vittorio tel. 0983-511188 / 511275; distaccamento polizia Stradale, c/da Frasso, Scalo, tel. 0983-511122 

Guardia di Finanza: Comando Contrada Donnanna, tel. 0983-511497 

Corpo forestale : Via S.Stefano, tel. 0983-521033. 

Vigili del fuoco: Pronto intervento tel. 115 - Distaccamento V.L. S. Antonio tel. 0983-520555 

Ospedale Civile Giannattasio: tel. 0983-5171 

Farmacie: Barone G., Piazza Cavour tel. 0983-520725; Ferrari, Via Nazionale tel. 0983-512347; Pappalardo, tel. 0983-514657; Rizzo Corallo, tel. 0983-.520432; 

Guardia Medica Notturna e Festiva: tel. 0983-522440 

Banche: IntesaBCI tel. 0983-513480; Banca Mercantile Italiana tel. 0983-514638; Banco di Napoli tel. 0983-512187; Carime, Filiale Centro, tel. 0983-520212; Carime, Ag. Scalo, tel. 0983-512298; Banca Popolare di Crotone tel. 0983-510719; Banca dei due Mari, tel. 0983-290876; Credito Italiano, tel. 0983-290544. 

Alberghi: Hotel “President” Contrada Frasso SS.106, tel. 0983-511375 / 511376; Hotel” Murano” Viale Mediterraneo, tel. 0983-511788-511789 Fax 0983- 530088; Lido “Europa Palace” Hotel, SS.106 bis, tel. 0983-512096; Hotel”Scagliano” Via Margherita, tel. 0983-511846; Euro Villaggio “Nausicaa” tel. 0983-569279; Affitta camere Brogneri tel. 0983- 521417; Pensionato Suore Clarisse tel. 0983-520151 

Agriturismo: Agr.tur. “Calabria”, Via C. Battisti, Scalo, tel. 0983-530146; N°13 aziende “Cozzo Simari” di Elsa Lucia Morello, C.da Crocicchia, tel. 0983-520896 / 335-388065; “Fellino” di Vincenzo Di Salvo, C.da Fellino, tel. 0983-514859; “Il Giardino di Iti” di Francesca Cherubini, C.da Iti, tel. 0983-64508; “Amendoleto” di Luigi Rizzuti, tel. 0983-565015; “Pantano Martucci” di Jacobella Martucci, tel. 0983-520247; “Joele” di Franco Joele Pace, C.da Trapesini, tel. 0983-64392; “Valanello-Bucita” di Mauro Rizzo, tel. 0983-64092; “Casello Mascaro” di Vincenzo Mascaro, C.da Casello, tel. 0983-569130; “Bucita” di Donatello Cinicò, tel. 0983-64009; “Oliva Grossa-Amarelli” di Fausta Morello, tel. 0983-91244; “Toscano” di P.Pittore, tel. 0983-511374; “Pantano” di Carmela Tedesco, tel. 0983-569026; “Attadia” di Giuseppe Attadia, C.da Ciminata, tel. 0983-511498. 

Campings: ”Club Marina di Rossano” tel. 0983-512069; “Camping Torino” tel. 0983-510080; “Capo Trionto” tel. 0983-569051; “Camping Pitagora” tel. 0983-64393 

Ristoranti Centro Storico e in Montagna: “Antiche Mura”Ristorante e Pizzeria, Via Prigioni, 40 tel. 0983-520042; “Il Casilino” C.da Ciminiti tel. 0983-511376; ”La Bizantina” Ristorante e Pizzeria, tel. 0983-520759;”La Villa” Ristorante e Pizzeria, Via S. Bartolomeo tel. 0983-522214;”Le Arcate” Piazza Duomo; ”Brogneri” Via Acqua di Vale, tel. 0983-521295 

Ristoranti allo Scalo e al Mare: “Apocalisse” Via C.da Donnanna, tel. 0983-510368; ”Bella Napoli” Ristorante e Pizzeria, Via Corfù 5, tel. 0983-510153; ”Black and White” Pub, Viale S. Angelo, tel. 0983-530658; ”Convivio” Ristorante, Pizzeria e Piano Bar, C.da Frasso, Amarelli tel. 0983-510513; ”Forever” Via Acqua di Vale, tel. 0983-512135; ”Il Casello” Viale S.Angelo; ”Il Cigno” C.da Frasso, tel. 0983-511428; ”Il Drago” Ristorante e Pizzeria, Via Ippocrate 24, tel. 0983-512189; ”Il Rifugio degli Artisti” Viale Margherita, tel. 0983-530745; ”Il Rifugio” Piana dei Venti; ”Il Graticcio” Piazza Dante, tel. 0983-510605; ”Il Rusticone” Viale De Rosis, tel. 0983-530593 / 512243; ”I Tre Moschettieri” C.da Santa Caterina, tel. 0983-515838; ”La Bussola” S.S. 106, tel. 0983-511428; ”Lanterna Rossa” Ristorante e Pizzeria, C.da Tornice, tel. 0983-515777; ”La Macina” Ristorante e Pizzeria, Via Di Vittorio, tel. 0983-530337; ”La Romantica” Viale Mediterraneo 12, tel. 0983-516346; ”Murano” Ristorante e Pizzeria, loc. S. Angelo 239, tel. 0983-530658; ”Paladino” C.da Piragineti 11, tel. 0983-565186; ”Pizza e Sfizi” Via Nazionale, tel. 0983-515598;”Red Tavern” Pub, Birreria e Pizzeria, Viale Margherita, tel. 0983-516195; ”Relax” Ristorante, Pizzeria e Pub, Via Carducci, tel. 0983-530162; ”Stella dello Jonio” C.da Momena, tel. 0983-516983; ”Platanus Pub” Viale Sant'Angelo, tel. 0983-515613; ”Nautica” Ristorante, Sala Ricevimenti, c/o Acquapark, loc. Zolfara, tel. e Fax 0983-569323 / 22 / 67 

Le fonti documentarie e le investigazioni archeologiche concordano nel confermare la fondazione della città in epoca romana. Nell’ambito di un territorio fortemente influenzato dalla colonizzazione magno-greca, appare sicura la frequentazione del sito in età più arcaica, attestata dal rinvenimento, in località S.Stefano, di pochi corredi funebri e di altri oggetti di uso quotidìano, di produzione non autoctona. Tuttavia, il toponimo, e, con esso, il primo agglomerato che stabilmente si sostituì alle pregresse frequentazioni occasionali e discontinue, viene fondatamente collegato alla deduzione di una colonia romana ad opera della famiglia “Roscius’, che qui dovette stabilìre una propria villa secondo l'ordinario sistema latifondistico di sfruttamento delle risorse agricole in età tardo-antica. 
L’itinerario Antonino del Il secolo d.C. indica “Roscianum” come una delle stazioni della strada Traianea che collegava Taranto a Reggio e così pure la cosiddetta Tavola Peutingeriana di poco posteriore. Procopio di Cesarea, nel suo resoconto sulla guerra gotica, cita “Ruskìa” quale porto di Turia e lì da presso un castello fortificato omonimo. Alcuni recenti rinvenimenti nel pianoro pedecollinare hanno attestato la presenza dì edifici a funzione polivalente, abitativa ed agricola, così come l’investigazione delle strutture murarie dell’antico convento dei Cappuccini ha consentito di accertare la costruzione di alcune pareti secondo tecniche riconducibili ad un impianto romano. Entrambi i casi costituiscono il riscontro oggettivo delle origini della città nata da un iniziale baluardo fortificato posto sul promontorio roccioso, immediatamente prospiciente il mare, ed eretto a difesa degli impianti residenziali e produttivi del sottostante pianoro; poi, il progressivo abbandono della pianura, sotto la spinta di una sempre più incombente minaccia saracena e deI conseguente inselvatichimento dei terreni agricoli, determinò il formarsi dell’agglomerato urbano, entro cui si raccolsero contadini e signori a difesa dei propri beni e della propria vita. 
Inespugnata dai Visigoti di Alarico nel 412 e dai Longobardi nel 573, passa, già durante il corso della guerra greco-gotica (535-553), sotto la dominazione dell'Impero di Bisanzio, di cui diventa in Italia uno dei centri più attivi e sicuri, dal VI all'XI secolo. Rossano consolida allora il suo ruolo strategico militare di città-fortezza, diventa l'avamposto più settentrionale del Bruzio, invalicabile dall'espansionismo dei Longobardi di Benevento; è l'unica città del Sud Italia a resistere alle incessanti e rovinose incursioni dei Saraceni della Sicilia. Un centro militare, dunque, sicuro e di primo ordine, oltre che un centro politico-amministrativo tra i più importanti del dominio bizantino, che ospita i più alti dignitari della corte di Bisanzio, ma anche dell'impero Italo-Tedesco, probabilmente Ottone I di Sassonia (969) e certamente Ottone II e il figlioletto, il futuro Imperatore Ottone III (982). Per la sua sicurezza ed affidabilità, Rossano, nel 951/952, accoglie tra le sue mura lo Stratego (cioè il capo militare e civile) dei due Themi di Calabria e Longobardia, allorché Reggio Calabria cade in mano agli Arabi, e diventa così la capitale dei possedimenti bizantini in Italia. 
È il momento della massima fortuna, potenza, importanza e notorietà per Rossano, che le valgono perciò i titoli onorifici di Ravenna del Sud, “la perla bizantina della Calabria”. 
La Rossano bizantina copre un ruolo, inoltre, di primissimo piano nella storia religiosa e culturale, che va oltre i limiti spaziali del Mezzogiorno d'Italia e temporali dell'Età bizantina: la città, infatti, per l'intensità delle attività del Movimento Monastico Calabro-Greco, è stata una dei più interessanti e qualificati punti di riferimento della spiritualità, della cultura e della Civiltà Greco-Cristiana dell'intera epoca medioevale. Rossano è, comunque, sicuramente sede di Diocesi nell'820, quando è Vescovo Cosma. A determinare o favorire il trasferimento della Sede Vescovile a Rossano intervengono pressioni molteplici di diversa natura, ma, in maniera decisiva, certamente ha influito l'ampiezza del proselitismo monastico, che, fin dalla metà circa del secolo VII, fa di Rossano un Aghion Oros, cioè una Montagna Sacra, una vera e propria Tebaide, un Monte Athos rossanese, una delle principali zone ascetiche del tempo. Infatti, nell'Oriente Bizantino, tra la fine del 500 e l'inizio del 600, le invasioni dei Persiani Sassanidi e poi quelle degli Arabi Musulmani determinano un'emigrazione massiccia e continua verso le regioni meridionali d'Italia: di quel forte esodo, una vera diaspora, i monaci greci costituiscono la parte più consistente. 
Agli inizi del secolo VIII, Rossano dà il suo secondo Papa alla Chiesa, Benedetto Sanidega, Pontefice, dal 705 al 707 col nome di Giovanni VII; il primo fu probabilmente San Zasimo (417-418). 
Al secolo VIII, al tempo delle persecuzioni iconoclastiche, risale probabilmente l'affresco parietale dell'Achiropita (Madonna non dipinta da mano umana), uno dei capolavori dell'arte sacra bizantina, appartenente ad un Oratorio ubicato presso la grotta di un eremita (forse Efrem), che verrà successivamente ampliato e diverrà, a metà del Mille, la nuova Cattedrale della Città, dedicata appunto all'Achiropita, alla quale i Rossanesi saranno tanto devoti fino ai giorni nostri. Il secolo X, che per l'Europa è uno dei secoli di ferro tra i più tormentati e drammatici della sua lunga storia, viceversa è il secolo d'oro per Rossano. Per un verso, essa diventa l'epicentro politico-amministrativo del dominio bizantino: Rossano allora è il centro urbano più grande ed importante della Calabria, con un porto di prim'ordine, tale anche dopo, sotto i Normanni, sede dello Stratego (il Governatore Bizantino), di Vescovado, di uffici amministrativi, di officine artigianali, di botteghe d'arte. Per l'altro verso, Rossano è anche una delle Città più importanti di irradiazione dell'Ellenismo Religioso e Culturale. Infatti, numerose e di alta qualità sono le istituzioni educative e le scuole monastiche cittadine, dalle quali escono gli uomini più rappresentativi di quel tempo. 
Intorno al sec. X, a Rossano i monaci calabro-greci sostituiscono all'architettura rupestre quella sub-divale (fuori terra) delle prime sobrie forme edificatorie in muratura, gli Oratori, tra i quali il S. Marco, la Panaghia, il Pilerio, la Cattedrale-Santuario dell'Achiropita, poi le deturpate Chiesette di S. Nicola all'Ulivo, dei SS. Apostoli poi S. Maria di Costantinopoli, di S. Vito, di S. Maria del Soccorso, di S. Michele ecc. 
Queste emergenze sacre costituiscono, assieme al Monastero del Patirion, le monumentalità bizantine più rappresentative, più note e meglio conservate dell'Italia Meridionale. Ed anche le testimonianze più significative della Bizantinità di Rossano, assieme alla stessa struttura urbanistica medioevale della Città 
Nel 1059, Rossano passa sotto il dominio dei Normanni. Questi le conservano dignità e riguardo, non feudalizzandola e riconoscendola Città Regia cioè Libera Università. Rossano, la potente, la fiera, costretta a cedere politicamente, oppone, però, una tenace resistenza al proposito dei Normanni di rilatinizzare la Chiesa e di imporre un Vescovo Cattolico, tanto che quelli sono costretti a rinunciare: la Chiesa Rossanese, caso, se non unico, raro, rimarrà di rito, liturgia e Vescovo greci per altri 400 anni, fino al 1460. Anzi, nella seconda metà dell'XI sec., la Sede Vescovile viene accresciuta d'importanza ed elevata ad arcivescovado prima e (lo rimarrà fino ad oggi) e a metropolia poco dopo (almeno dal 1190 fino agli inizi degli anni ‘50). 
Durante il Periodo Normanno (1059-1196), Rossano mantiene intatti il suo prestigio e la sua vitalità, così anche nel corso della Dominazione Sveva (1196-1266), quando continua a vivere il ruolo di protagonista, proprio di una città libera, specie al tempo dell'Imperatore Federico II. Il Periodo Angioino (1266- 1442) è, invece, una fase di decadenza complessiva per l'intero Sud, che nasce dal malgoverno, dallo sfruttamento fiscale e dal duro sistema feudale dei dispotici governi angioini. Rossano, allora, si autogoverna amministrativamente (il SEDILE). Nel 1417, per opera della regina Giovanna II, Rossano, da libera Università passa sotto il regime feudale e diventa Principato. Questo viene concesso a Polissena Ruffo, la prima principessa di Rossano; poi, alla sorella Covella; quindi al figlio di questa, Marino Marzano, che, a metà del '400, fa costruire, sulla parte alta della città, un grande castello, detto la Torre del Giglio (volgarmente Ciglio della Torre), poi andato perduto, e, nella parte occidentale, con i resti della fortezza romana, una Casamatta (attuale palazzo Sorrentino). Anche sotto gli Aragonesi (1442-1504), Rossano giace sotto il dominio feudale: il Principato, dopo la signoria del Marzano, passa a Ludovico Sforza, detto il Moro, futuro signore di Milano; successivamente, ad Isabella d'Aragona, quindi, nel 1524, alla figlia di questa, Bona Sforza, la quale assomma nella sua persona ben tre titoli, principessa di Rossano, duchessa di Bari e regina di Polonia. 
Il Periodo Aragonese, anche se migliore rispetto a quello Angioino, è funestato da lotte civili e dalle continue incursioni della pirateria Turca: vengono, perciò, approntati castelli fortificati e Torri di guardia sulla costa, alcuni ancora esistenti sulla fascia Ionica, come il massiccio Castel Sant'Angelo nella frazione omonima. 
Durante la Dominazione Spagnola (1504-1714), le condizioni demografiche, politiche, civili ed economiche segnano un grave ristagno e addirittura un peggioramento, a causa soprattutto del doppio sfruttamento feudale e regio: Rossano reagisce e spesso prorompe in aperte ribellioni, soffocate però con spietata ferocia. 
La città continua a svilupparsi urbanisticamente e ad arricchirsi di nuove e significative presenze. Sorgono numerosi e grandi palazzi gentilizi, Chiese e Monasteri, Associazioni culturali e religiose, assistenziali e sociali. L'arcivescovo Gian Battista Castagna diventa Papa col nome di Urbano VII (dal 15 al 27- IX- 1590). Sorge, nel 1595, l'Ospedale di San Giovanni di Dio, a fianco della Chiesa dell'Annunziata nella Piazzetta, allora il cuore della Città. Nel '600, Rossano passa alla Principessa Olimpia Aldobrandini, fondatrice della Chiesa di San Nilo (1620), ed infine ai Principi Borghese di Roma (1637-1806). Sul piano culturale, dai primi del '500 alla metà del '700, Rossano rivive e rinnova il ruolo di Città di cultura: infatti, proliferano le istituzioni religiose (tra le quali attivo e il Seminario Diocesano, inaugurato nel 1593); si affermano due Accademie (associazioni letterarie, scientifiche, filosofiche, giuridiche), note a livello nazionale, quella dei Naviganti, e quella degli Spensierati, che, alla fine del '500 si fonderanno ed avranno l'adesione di illustri personalità, come il Papa Benedetto XIII ed il filosofo Gian Battista Vico; sorge il teatro Paolella, modellato su quello della corte borbonica di Napoli, unico nella Calabria alla fine del '700. 
Nel Secolo dei Lumi, sotto il Dominio Austriaco (1714-1738) e Borbonico (1738-1860), Rossano partecipa attivamente al dibattito e alle lotte politico-sociali promossi dall'Illuminismo, specie giacobino, pagando un costo rilevante particolarmente nel corso della reazione sanfedista del 1799, quando molti Rossanesi scontano col carcere e con l'esilio il loro amore per la libertà e Pietro Malena di Carfizzi viene fucilato. Durante il Decennio Francese (1806-1815), Rossano ritorna ad essere Città Regia, liberata dagli orrori e dallo sfruttamento del feudalesimo. 
Partcipa intensamente al processo del Risorgimento, dando un contributo significativo di presenze, di lotte e di sacrifici sia nella fase cospirativa (eroica è la figura di Domenico Morici, uno dei protagonisti dei moti del 1820-1821), sia nell'impresa leggendaria di Giuseppe Garibaldi (Luigi Minnicelli è uno dei Mille), sia infine nella fase di costruzione dell'unità d'Italia. 
Rossano, ai primi dell'800 diventa Capoluogo di Distretto (28 Comuni), sede di Sottointendenza, capoluogo di Circondario e sede del Giusticente; per un momento pare che debba diventare Capoluogo di Provincia; dal 1894 al 1926 è comunque Sede di Sotto-Prefettura; nel 1865 diventa Sede di Tribunale, nel 1875 di Corte d'Assise e, nel contempo, di distretto militare; a partire dal 1811, la Città si arricchisce di nuove istituzioni scolastiche superiori e, nel 1871, prima di altre città più grandi e famose, di Ginnasio, che diventerà poi Liceo Ginnasio, scuola illustre per cultura e vita democratica e per aver formato gran parte della classe dirigente del comprensorio; inoltre, nella seconda metà dell'800, è centro di numerosi circoli culturali e produce vari giornali e periodici; nel 1876, Rossano inaugura il tronco ferroviario Ionico e, dopo qualche anno, avvia la prima illuminazione elettrica e le prime centrali termoelettriche dell'intera Calabria. 
Nel '900 Rossano vive le vicende che caratterizzano la Calabria con dignità e spesso da protagonista: conosce il dramma dell'emigrazione, è al centro delle lotte sociali, sindacali e politiche, patisce le sofferenze e le ingiustizie della dittatura fascista, alla quale reagisce con i suoi uomini migliori ed offre un contributo non indifferente di lotte e sofferenze alla Resistenza (Cesare Rossi paga con la vita il suo amore per la libertà e la giustizia sociale), partecipa con tanti coraggiosi alla lotta di liberazione dal nazi-fascismo, svolge una funzione attiva nel processo lento della ricostruzione della vita civile, democratica e materiale della Regione, esercitando un ruolo di grande prestigio, trainante ed egemonico, nel vasto territorio della Calabria Nord-Orientale. 
SITO DEL COMUNE
Rossano Online
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Scala coeli
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Altezza s.l.m.: 371 m 
Superficie territoriale: 11.100 Ha 
Abitanti: 1.476 

Municipio : Via Provinciale 15, tel. 0983-95013, Fax 95336 - Delegazione Municipale, Fraz. "S. Morello", tel. 0983-969941 

Comando VV.UU. : c/o Municipio 
Carabinieri : tel. 0983-984869. 

Ambulatorio e Guardia medica: Via Provinciale, tel. 0983-95305 

Farmacie: Dr Maiorani, Via Bazia, Tel. 0983-95055. 

Ufficio postale: tel. 0983-95002 

Ristoranti : Bar Pizzeria Ristorante "Quattro stagioni" di Lettieri Antonietta; ( apertura al pubblico: periodo estivo 24 su 24, invernale: dalle ore 8 alle 24); Lido "Valentino", sito in località "San Leo", frazione di San Morello, aperto il periodo estivo 

Agriturismo: Az. “Macchie – Pismataro” di L. Pismataro, tel. 0983-520546 

Non si conoscono con precisione le origini di Scala Coeli... per lo storico Gustavo Valente esse risalgono all'età del ferro e la tesi è confortata dai rinvenimenti di numerosi insediamenti preistorici. 
Nelle caverne site in località "Castelluccio" sono stati trovati una primitiva scultura in pietra, raffigurante la testa di un animale, ed i fossili di una grande stella di mare e di un pesce. 
Il paese sorge arroccato su una ripida rupe, svettante sulla sponda sinistra del fiume Nicà. "Sopra un colle murato, con due porte, cinto da rupi e grotte": così appare il centro abitato a Vincenzo Padula nel secolo scorso. 
Scala Coeli fu casale di Cariati e ne seguì le vicende feudali fino al 1678, quando passò ai Cossinelli che lo tennero fino al 1754. Per successione femminile passò poi ai Vitilio (1754-1768), dai quali ne fecero acquisto i Bonanno Parisani, che ne furono baroni fino all'eversione della feudalità (1806). 
Nel 1807 i Francesi ne fecero un "luogo" nel "Governo di Cariati". Nel 1816 le fu aggregata la frazione di San Morello. 
Dal punto di vista religioso-amministrativo Scala Coeli ha fatto parte della Diocesi di Cariati fin dall'anno in cui questa venne fondata (1437) e ne ha seguito le sorti fino alle ultime vicende la nascita, nel 1987, della nuova diocesi di Rossano-Cariati. 
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Terravecchia
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Altezza s.l.m.: 473 m 
Superficie territoriale: 2.027 Ha 
Abitanti: 1.197 

Municipio : Via Garibaldi, tel. 0983-97013 Fax 0983-97197. 

Comando VV.UU. : c/o Municipio 

Ufficio postale: tel. 0983- 97095 

Ambulatorio medico: Via Santa Venere, tel. 0983-968312 

Farmacie: Dr. R. Grande, Via Santa Venere, tel. 0983-97003 

Ristoranti : L'Orizzonte, SS108 Ter Sud n.61, tel. 0983-97018 

L'attuale centro urbano di Terravecchia e sorto in epoca medioevale. 
Nella parte alta del paese - m. 472 s.l.m. -, sul sito della odierna via Castello, dal 1391 è efficiente un edificio fortificato. Re Ferrante, nel 1474, dona le terre di Terra Vecchia a Geronimo De Riario, nipote del papa Sisto IV°; mentre nel 1482 è venduta a Geronimo Sanseverino principe di Bisignano. Il 1505 Terravecchia e Cariati sono concessi in feudo a Giovambattista Spinelli. Francesca Spinelli, ultima erede del principato di Cariati, nel 1565 sposa Scipione Spinelli duca di Seminara, portando in dote il feudo compresa Terravecchia. Nel febbraio del 1664 la stessa è un Comune autonomo (Università) con sindaco tal Marco Pignola. 
Acquistate dagli Spinelli, nel 1743 le terre di Terra Vecchia appartengono al principe di Campana Domenico Sambiase. Con l'eversione della feudalita', durante il dominio francese, nel 1807 Terravecchia è prima aggregata a Scala, oggi Scala Coeli, e successivarnente, dal 1808 in poi, e' unita a Cariati come frazione. I1 14 aprile del 1921 con la legge n° 495, ed in ultimo con il decreto del 23 settembre 1923, firmato dal Re Vittorio Emanuele III° e da Mussolini, la frazione Terravecchia è eretta a Comune autonomo. 
A circa 3 Km. dal centro urbano di Terravecchia, in una posizione dominante e di corttrollo sul corso del Fiume Hylias - l'odiemo Nicà - e sulla costa ionica, vi è il sito archeologico di localita Pruija, in cui e emergente un centro fortificato Brezio (IV°-III° sec. a. C.). Recenti scavi archeologici hanno riportato alla luce parte di una imponente cinta muraria, persistente per circa 450 metri e larga m. 1,60, con una torre d'avvistamento del diametro esterno di mt. 7,65 innestata nello stesso muro. Le strutture fortificate di difesa cingono il pianoro su cui lo storico francese F. Lenormant ipotizza l'ubicazione della mitica città di Chone, capitale degli italici Coni.
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