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BASSO JONIO COSENTINO, CALABRIA DELL'EST, SILA GRECA,


Paludi.


INFORMAZIONI UTILI

Municipio: Piazza Palopoli, tel. 0983-62029 Comando VV.UU.: c/o Municipio Carabinieri: c/o Cropalati Via S. Biagio, tel. 0983-61003 Ambulatorio medico: Via G. Bruno, tel. 0983-62133. Guardia medica notturna e festiva: tel. 0983-530641 Farmacie: Dr. Luigi Gallina, via G. Mazzini, tel. 0983-62041 Ospedale: Cariati o Rossano Agriturismo: Azienda "Sidero" di A. L. Marincolo, tel. 0983- 62303

CENNI STORICI

Centro turistico-culturale note­volissimo per la presenza nel suo territorio di uno fra i più importanti, significativi ed im­ponenti complessi archeologici della Calabria: Castiglione dei Bruzi. Il legame fra Paludi e quel grande fenomeno storico che fu il monachesimo greco-bizantino è confermato dal ri­trovamento - nei pressi dell'abi­tato - di bellissime laure scava­te nella roccia. La nascita dell'attuale centro urbano è collegata invece alla caduta in rovina - per circo­stanze non del tutto note, pro­babilmente dovute ad eventi bellici - dei casali di Bucita e Valimonte, i cui abitanti in maggior parte andarono ad ingrossare la vicina borgata di Paludi. Il casale di Valimonte ebbe una certa importanza per l'esistenza e lo sfruttamento delle saline site nel territorio e utilizzate fino ai primi anni del secolo XIX. Paludi fu casale amministrati­vamente congiunto a Rossano, di cui seguì le vicende feudali. Perciò passò dal dominio dei Marzano (1445-1464) a quello degli Sforza (23 aprile 1487) che lo tennero fino al 1499, e quindi a Isabella d'Aragona, ve­dova di Gian Galeazzo Sforza, Duca di Milano, che lo man­tenne fino al febbraio del 1524. Paludi ritornò agli Sforza (1524-1559) per passare (1612 -1637) agli Aldobrandini ed infine ai Borghese che lo ten­nero fino all'eversione della feudalità (1806). Col nome di Paludi - altre volte appare scritto Palude - il Ge­nerale Championnet, nel 1799, dando ordinamento ammini­strativo alla regione, lo incluse nel Cantone di Corigliano, Di­partimento del Crati. I francesi, con legge 19 gennaio 1807, ne fecero un Luogo, ossia "Uni­versita'", nel Governo di Rossa­no. Poi con l'istituzione dei Comuni e dei Circondari, per decreto 4 maggio 1811, com­preso tra i primi, venne posto nella giurisdizione di Cropalati. In Paludi operarono due Con­fraternite laicali: la prima, del Rosario, con omonimo altare nella Chiesa Parrocchiale; la seconda, dell'Immacolata, sor­ta intorno al 1735, con chiesa propria.

ORIGINE DEL NOME

Non si hanno notizie certe sull’etimologia del nome Palu­di; le uniche cose certe sono che fu un Casale di Rossano nel tardo Medio Evo e che sorse vicino all’imponente cen­tro brezio di Castiglione, esi­stente nel 1325

RISORSE STORICO ARTISTICHE

La Chiesa matrice di San Cle­mente domina il Centro stori­co. Risale al XVI sec. e si pre­senta, all’esterno, con una gra­dinata semicircolare alla cui sommità si aprono tre portali ad arco, due laterali piccoli ed uno centrale molto grande. Il portale centrale è sorretto da due colonnine ritorte molto bel­le ed è sormontato da un grande rosone. L’interno, in stile chiaramente rinascimen­tale, appesantito da stucchi settecenteschi, è oggi tornato all’antico splendore grazie ad una sapiente opera di restauro ed eliminazione del sovrac­carico falso barocco. Pilastri a pianta circolare in laterizio lo­cale, con basi e capitelli in pie­tra calcarea, dividono la chiesa in una navata centrale e due navatelle laterali. Ognuna delle tre navate è chiusa da un altare in marmi policromi: quel­lo della navata sinistra risale al 1778, quello della navata de­stra al 1700, mentre quello della navata centrale è molto recente e sostituisce quello originario di cui si è persa traccia. Nella Chiesa sono custoditi due dipinti del pittore paludese Onofrio Ferro (attivo nel 1700): uno raffigura il battesimo di Gesù ed è datato 1736; il secondo l’incorona­zione di San Clemente Papa, datato 1740. Il “pezzo” sicuramente più importante nella Chiesa è un prezioso crocifisso ligneo di autore ignoto, ma di scuola sicu­ramente pisana. Pregevoli le due campane del 1700 custo­dite nel campanile ricostruito, dopo un crollo, negli anni '50. La Chiesa di S. Antonio è situata in contrada “Nazaret” ed è una delle più antiche e meglio conservate. La caratte­rizzazione principale è data da un maestoso altare al cui cen­tro spicca uno stendardo raffi­gurante la Vergine e risalente al 1500. Dietro lo stendardo, in una nicchietta ricavata nel muro, è affrescata in maniera semplice e freschissima, una piccola Madonna con bambi­no. L’affresco reca la data deI 1525. Notevole è anche il sof­fitto ligneo dipinto con scene evangeliche da Onofrio Ferro. La Chiesa dell’Immacolata, il cui tetto è crollato, conserva un ricchissimo portale isto­riato, sulla cui chiave di volta è scolpito un ariete (segno zo­diacale che identifica il periodo di concepimento di Gesù), mentre sulle colonnine laterali sono rappresentati, sulla sini­stra, San Francesco di Paola e Adamo, sulla destra San Francesco d’Assisi ed Eva, la quale, sotto il piede destro, ha un cuore trafitto da un dardo. All’intero della chiesa sono visibili gli stalli del coro, datati 1739. La Chiesa del Soccorso si presume che, in origine, fosse un oratorio basiliano (tale tesi, oltre che da altri indizi, sembra essere suffragata dalla presen­za di numerose grotte nei din­torni, tant’è che la zona si chiama “I rutti”). All’interno sono da vedere un ricco altare barocco ed una pregevole acquasantiera. Nella Chiesa è stato ritrovato un messale veneziano. La Chiesa del Carmine, forse la più interessante di tutte le numerose chiese presenti nel territorio di Paludi, è ridotta a poco più di un rudere. Sac­cheggiata di tutti i suoi pre­ziosi reperti (dipinti cinque­centeschi, preziosi lampadari, ecc.) si presenta, oggi, ricca del suo portale gotico e di numerosi lacerti di affreschi, tre dei quali rappresentavano sicuramente San Sebastiano. Quasi interamente leggibile è, invece (purtroppo ancora per poco). una Madonna di Loreto, affrescata su una parete non crollata, ma esposta alle in­temperie.

PRODOTTI TIPICI

Prodotti tipici alimentari Olio ed olive; salumi tipici (sal­ciccia, soppressata, capocol­lo, gelatina); pregiati formaggi; sardelle e sarde sotto pepe­roncino; conserve (funghi, po­modori secchi, melanzane, pe­peroncino); maccheroni a fer­retti con sugo di castrato o maiale; peperonate; “grano grattato” con pomodoro e sal­ciccia. Prodotti tipici artigianali Lavorazione del legno. Ceste e panieri in vimini.



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